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Papa Francesco, dobbiamo "ungere di pazienza" chi ci sta vicino per annunciare Gesù

La necessità dell'annuncio nella udienza dal Papa con i partecipanti alI'incontro del PCNE

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez / Aci Group Papa Francesco | | Daniel Ibanez / Aci Group

“Spesso succede che la Chiesa sia per l’uomo d’oggi un ricordo freddo, se non una delusione cocente”. Papa Francesco mette in relazione la crisi di fede con una cattiva immagine della Chiesa: “tanti soprattutto in Occidente, hanno l’impressione di una Chiesa che non li capisca e sia lontana dai loro bisogni. Alcuni, poi, che vorrebbero assecondare la logica poco evangelica della rilevanza, giudicano la Chiesa troppo debole nei confronti del mondo, mentre altri la vedono ancora troppo potente a confronto con le grandi povertà del mondo”.

Il Papa lo ha ricordato nel saluto rivolto ai partecipanti all’Incontro Internazionale per i Centri Accademici, Movimenti e Associazioni di Nuova Evangelizzazione promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che si chiude oggi sul tema: Incontrare Dio: è possibile? Vie di Nuova Evangelizzazione.

Attenzione quindi alla Chiesa mondanizzata o museale  perchè “ci sono tanti figli che il Padre desidera far “sentire a casa”; sono nostri fratelli e sorelle che, mentre beneficiano di molte conquiste della tecnica, vivono assorbiti dal vortice di una grande frenesia. E mentre portano dentro ferite profonde e faticano a trovare un lavoro stabile, si trovano circondati da un benessere esteriore che anestetizza dentro e distoglie da scelte coraggiose”.

Il Papa quindi sottolinea che “è importante sentirci interpellati dalle domande degli uomini e delle donne di oggi! Senza pretendere di avere subito risposte e senza dare risposte preconfezionate, ma condividendo parole di vita, non mirate a fare proseliti, ma a lasciare spazio alla forza creatrice dello Spirito Santo, che libera il cuore dalle schiavitù che lo opprimono e lo rinnova. Trasmettere Dio, allora, non è parlare di Dio, non è giustificarne l’esistenza: anche il diavolo sa che Dio esiste! Annunciare il Signore è testimoniare la gioia di conoscerlo, è aiutare a vivere la bellezza di incontrarlo. Dio non è la risposta a una curiosità intellettuale o a un impegno della volontà, ma un’esperienza di amore, chiamata a diventare una storia di amore”.

E allora è bello “annunciare questo Dio fedele, fuoco che non si consuma, ai fratelli che vivono nella tiepidezza perché il primo entusiasmo si è raffreddato”.

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Serve un nuovo slancio per una vita cristiana che “si rinnova sempre con questo primo annuncio”.

Primo “in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti”.

Infine il Papa sottolinea che occorre  “avvicinarsi a chi è nel bisogno, costruire ponti, servire chi soffre, prendersi cura dei poveri, “ungere di pazienza” chi ci sta vicino, confortare chi è scoraggiato, benedire chi ci fa del male... Così diventiamo segni viventi dell’Amore che annunciamo”.

Il presidente del Pontificio Consiglio ha ricordato che in occasione di questo evento sarà donata un Via Crucis artistica che verrà posta sulla Via Dolorosa a Gerusalemme.