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Papa Francesco, domani in Italia messa con il popolo. "Seguiamo le prescrizioni"

Dopo la preghiera del Regina Coeli, Papa Francesco rivolge un pensiero alle comunità che da domani possono riprendere ad partecipare all’assemblea liturgica. “È un segno di speranza per tutta la società”

Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, dove ha recitato la preghiera dell'Angelus | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, dove ha recitato la preghiera dell'Angelus | Vatican Media / ACI Group

Da domani le Messe con il popolo riprendono in Italia, in altri Paesi sono già riprese, alcuni Paesi ci stanno ancora pensando. Papa Francesco rivolge un pensiero a tutte queste comunità, e in particolare a quella italiana. "Ma per favore - dice Papa Francesco - andiamo avanti con le norme e le prescrizioni che ci danno, per custodire la salute di ognuno e del popolo".

Come ormai da due mesi a questa parte, Papa Francesco recita la preghiera del Regina Coeli (che sostituisce l'Angelus nel tempo Pasquale) nella Biblioteca del Palazzo Apostolico vaticano, e si affaccia sulla piazza vuota solo per benedirla alla fine. Non si sa ancora quando riprenderà ad affacciarsi dalla finestra del Palazzo Apostolico, e come saranno regolati gli accessi in piazza per evitare assembramenti.

Domani, Papa Francesco celebrerà la Messa del mattino in diretta, per l’ultima volta prima di tornare alla consueta routine. E lo farà non da Santa Marta, ma dall’altare sulla tomba di San Giovanni Paolo II, perché se ne ricorda il centenario della nascita. Il Papa ricorda questo appuntamento, sottolinea che tutti ricordano “con tanto affetto e riconoscenza” il Papa polacco e prega perché “dal Cielo egli continui a intercedere per il Popolo di Dio e la pace nel mondo”.

Ma i saluti dopo il Regina Coeli guardano già al dopo coronavirus. Oltre al pensiero per le comunità che riprendono a celebrare con il popolo, c’è quello per i bambini che avrebbero dovuto fare la Prima Comunione in questo mese di maggio, e non hanno potuto a causa della pandemia. Papa Francesco li invita a vivere questo tempo di attesa come opportunità per prepararvi meglio: pregando, leggendo il libro di catechismo per approfondire la conoscenza di Gesù, crescendo nella bontà e nel servizio agli altri.

Prima del Regina Coeli, il commento del Vangelo, che è quello in cui Gesù chiede ai discepoli di amarlo e rispettare i comandamenti e annuncia l’invio dello Spirito Santo.

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“Gesù – nota Papa Francesco – lega l’amore per lui all’osservanza dei comandamenti”. Egli “ci chiede di amarlo, ma spiega: questo amore non si esaurisce in un desiderio di Lui, o in un sentimento, no, richiede la disponibilità a seguire la sua strada, cioè la volontà del Padre”.

Papa Francesco spiega che questa disponibilità “si riassume nel comandamento dell’amore reciproco”, chiedendo di amarsi a vicenda come lui ci ha amato. Gesù – dice il Papa – “ci ama senza chiederci il contraccambio, e vuole che questo suo amore gratuito diventi a forma concreta della vita tra di noi”.

Così, per aiutare i discepoli, Gesù promette che pregherà il Padre perché mandi un paraclito, cioè “un Consolatore, un Difensore che prenda il suo posto e dia loro l’intelligenza per ascoltare e il coraggio per osservare le sue parole. Questo è lo Spirito Santo, che è il Dono dell’amore di Dio che discende nel cuore del cristiano”.

E così, dopo che Gesù è morto e risorto, il suo amore è donato a quanti credono in lui e sono battezzati, perché “lo Spirito stesso li guida, li illumina, li rafforza, affinché ognuno possa camminare nella vita, anche attraverso avversità e difficoltà, nelle gioie e nei dolori, rimanendo nella strada di Gesù”.

Tutto questo, sottolinea Papa Francesco, è possibile “proprio mantenendosi docili allo Spirito Santo, affinché, con la sua presenza operante, possa non solo consolare ma trasformare i cuori, aprirli alla verità e all’amore”.

Lo Spirito Santo ci aiuta “a non soccombere” di fronte all’esperienza “dell’errore e del peccato”, vivendo pienamente il senso delle parole di Gesù, il quale ha detto che se lo amiamo dobbiamo osservare i suoi comandamenti.

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Rimarca Papa Francesco: “I comandamenti non ci sono dati come una sorta di specchio, nel quale vedere riflesse le nostre miserie e incoerenze. No, la Parola di Dio ci è data come Parola di vita, che trasforma, che rinnova, che non giudica per condannare, ma risana e ha come fine il perdono. La misericordia di Dio è così. (È) una Parola che è luce ai nostri passi”.

Tutto questo, continua Papa Francesco, è opera dello Spirito Santo, che è “dono di Dio e Dio stesso, che ci aiuta ad essere persone libere, persone che vogliono e sanno amare, persone che hanno compreso che la vita è una missione per annunciare le meraviglie che il Signore compie in chi si fida di lui”.

Papa Francesco al termine dei saluti ricorda anche la Settimana Laudato Si, in cui si ricorda il quinto anniversario della pubblicazione dell’enciclica, e augura che “tutta la riflessione e l’impegno comune aiuti a creare a fortificare atteggiamenti costruttivi per la cura del creato”.