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Papa Francesco, due anni di misericordia

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'Non dobbiamo avere della bontà. E neanche della tenerezza!'

Sono passati esattamente due anni da quel primo invito rivolto da Papa Francesco ai fedeli. Era il 19 marzo 2013 e Jorge Mario Bergoglio era stato eletto Romano Pontefice soltanto sei giorni prima. Il Papa arrivato dalla fine del mondo inaugurava con una messa solenne in piazza San Pietro il suo pontificato.

Da quel giorno sono passati dunque due anni. E Papa Francesco ha ribadito quell'invito quasi quotidianamente, declinandolo con diversi accenti e adattandolo alle diverse situazioni.

Dio è un Padre tenero che perdona i suoi figli pentiti, ha detto più e più volte il Pontefice. E la Chiesa - che è madre - deve imparare a perdonare. Ed è per questo motivo che il 13 marzo scorso Francesco ha deciso l'indizione di un Anno Santo straordinario, per l'appunto l'Anno della Misericordia.

'Nessuno - ha spiegato Papa Bergoglio - può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la Chiesa esprime verso coloro che si convertono'.

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L'Anno Santo della Misericordia, dunque, si lega inscindibilmente all'amore paterno che Dio manifesta da sempre per i suoi figli, in particolare per coloro i quali - dopo esser incappati nel peccato - si pentono e tornano a casa confindando nella tenerezza del Padre.

Tenerezza e misericordia sono due facce della stessa medaglia. Sono - sembra dirci Papa Francesco - il volto di Dio.

Rilanciare l'importanza della misericordia è la missione a cui il Papa si è dedicato fin dai primi momenti del suo pontificato. In occasione del suo primo Angelus, il Pontefice spiegava - con il suo stile semplice e diretto - che 'un po' di misericordia cambia tutto. cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo Padre misericordioso che ha tanta pazienza'. E ancora Francesco ricordava che Dio 'mai si stanca di perdonare' mentre 'noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti'.

Dio è Padre amoroso e tenero. E a Lui ognuno di noi deve fare riferimento. Così come ha fatto San Giuseppe. 

Il falegname di Nazareth ha avuto il compito di custodire Gesù e - sottolineava Francesco nella messa di inizio pontificato - lo ha fatto con 'una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore'.

Come San Giuseppe anche noi 'non dobbiamo avere timore della bontà. E neanche della tenerezza!'.

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