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Papa Francesco e i giovani francesi, un colloquio tra amici

Il Papa e i ragazzi francesi  |  | Vatican Media/ Aci Group Il Papa e i ragazzi francesi | | Vatican Media/ Aci Group

Giovani che fanno domande. Papa Francesco ne ha incontrato un gruppo in Vaticano luendi pomeriggio. Arrivano dalla Francia dalla diocesi di Grenoble. I temi sono quelli di sempre, come parlare della Chiesa e del Vangelo nel mondo.

Il Papa risponde in italiano alle domande poste in francese. Parla di prossimità, vicinanza per trasmettere il messaggio della Chiesa. Cioè un ambiente un clima “in cui si deve trasmettere il messaggio cristiano. Il messaggio cristiano è un messaggio di prossimità”.

E poi c’è l’ascolto, “l’apostolato “dell’orecchio”: sentire, ascoltare” e poi “devi fare, e lui vedrà come tu gestisci la vita. Sarà lui a domandarti: “Perché fai questo?””. Un messaggio da trasmettere sempre in cammino.

E poi il tema del servizio, della carità. Il Papa ricorda la sua gioventù in Amarica Latina: “se un prete faceva un lavoro con i poveri, quel prete era “comunista”. Perché la situazione politica era così… Sembrava che l’unico gruppo che si avvicinava ai poveri e lottava per la giustizia erano i comunisti. È al rovescio: il Vangelo, il Vangelo mette i poveri al centro”.

Francesco parla della povertà di spirito, dei poveri del Vangelo gente cui avvicinarsi per sollevarlo “ma sollevarlo insieme, inginocchiandomi e prendendolo. Quando tu tocchi la malattia di un povero, tu stai toccando le piaghe di Cristo”.

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Altro tema tipico quello della sessualità. E il Papa ripete “la sessualità, il sesso, è un dono di Dio”. Riprende le parole della Bibbia “e Gesù va oltre, e dice: per questo l’uomo, e anche la donna, lascerà suo padre e sua madre e si uniranno e saranno… una sola persona?..., una sola identità?..., una sola fede di matrimonio?… Una sola carne: questa è la grandezza della sessualità. E si deve parlare della sessualità così. E si deve vivere la sessualità così, in questa dimensione: dell’amore tra uomo e donna per tutta la vita”.

Il resto sono nostre debolezze che “ci portano a usare la sessualità al di fuori di questa strada tanto bella, dell’amore tra l’uomo e la donna”.

Francesco ricorda la sessualità violata dal denaro, dagli interessi, e ai giovani dice invece : “custodite la vostra dimensione sessuale, la vostra identità sessuale. Custoditela bene. E preparatela per l’amore, per inserirla in quell’amore che vi accompagnerà tutta la vita”

Sul rapporto Chiesa e società e opinione pubblica il Papa fa un riflessione sull’impegno per  la patria, per il mondo: “avere cura dei fratelli, come tu hai bisogno che i fratelli abbiano cura di te. E questa è la vita cristiana: non viviamo isolati”.  E “ non si può essere cristiano senza impegnarsi nella società, senza creare la società”. E ripete, Francesco,  quello che ha detto ai giovani in Sicilia : “Il cristiano si sporca le mani. Capite? Per fare del bene per gli altri”. Quindi niente egoismo, niente corruzione che “è vivere per sé stessi”.

Come accompagnare a Cristo chi si è allontanato? Il Papa racconta la sua esperienza di parroco vicino alla gente, e  senza fare chiacchiere, piuttosto accompagnare e rispettare.

La Chiesa ha perso il suo ruolo nella società? Francesco spiega che però “l’appartenenza alla Chiesa, prima di tutto, non è un’appartenenza a un’istituzione, è un’appartenenza alla persona, a Gesù”. E “la Chiesa non l’hanno portata avanti grandi organizzazioni, grandi partiti politici, grandi istituzioni…. No. La Chiesa è stata portata avanti dai santi”.

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Si apre allora il tema della vocazione “un dono di Dio, e bisogna custodirla”.

Gente che sia normale che abbia fede che cresca nella fede e che cresca nell’appartenenza comunitaria. Perchè il prete “non dev’essere uno “zitellone” isolato, dev’essere un padre” e lo stesso con la suora: “la suora deve imparare ad essere madre di tanta gente, e la comunità pure”.

E il Papa saluto con un incoraggiamento: “Nella vita tutti facciamo sbagli, ci sono delle brutte scivolate, ma ricordate il canto degli alpini: “Nell’arte di salire, il segreto sta non nel non cadere, ma nel non rimanere caduti””.