Spesso ho trovato una mentalità preconciliare che si travestiva da conciliare. In continenti come l’America latina e l’Africa è stato più facile. In Italia forse è più difficile. Ma ci sono bravi preti, bravi parroci, brave suore, bravi laici. Per esempio una delle cose che tento di fare per rinnovare la Chiesa italiana è non cambiare troppo i vescovi. Il cardinale Gantin diceva che il vescovo è lo sposo della Chiesa, ogni vescovo è lo sposo della Chiesa per tutta la vita. Quando c’è l’abitudine, è bene. Per questo cerco di nominare i preti, come è accaduto a Genova, a Torino, in Calabria. Credo che questo sia il rinnovamento della Chiesa italiana”. Lo ha detto il Papa, nel colloquio pubblicato stamane dal Corriere della Sera.

“Adesso la prossima assemblea- ha aggiunto Francesco - dovrà scegliere il nuovo presidente della Cei, io cerco di trovarne uno che voglia fare un bel cambiamento. Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole. E che abbia la possibilità di scegliere il segretario, che possa dire: voglio lavorare con questa persona”.

Non è mancato il riferimento al conflitto in Ucraina e alle armi che l’Occidente fornisce a Kiev. Francesco dice di non saper rispondere “all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi”. E riguardo all’incontro con il Patriarca di Mosca Kirill il Pontefice spiega che entrambi hanno ritenuto giusto di annullare – vista la situazione - il meeting previsto il 14 giugno a Gerusalemme.