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Papa Francesco: "La Chiesa che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi"

Papa Francesco dopo la pausa estiva riprende le catechesi sugli Atti degli Apostoli durante l'Udienza Generale in Aula Paolo VI

Papa Francesco  |  | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco | | Daniel Ibanez / ACI Group

Dopo la pausa estiva, Papa Francesco riprende le Udienze Generali. In Aula Paolo VI - Piazza San Pietro è troppo assolata per ricevere i fedeli in questi giorni - il Pontefice riprende le catechesi sugli Atti degli Apostoli. "Negli Atti degli Apostoli la predicazione del Vangelo non si affida solo alle parole, ma anche ad azioni concrete che testimoniano la verità dell’annuncio", inzia Francesco.

Francesco spiega: "Ci troviamo oggi dinanzi al primo racconto di guarigione del Libro degli Atti. Esso ha una chiara finalità missionaria, che punta a suscitare la fede. Pietro e Giovanni vanno a pregare al Tempio, centro dell’esperienza di fede d’Israele, a cui i primi cristiani sono ancora fortemente legati.  E alla porta del Tempio detta Bella vedono un mendicante, un uomo paralitico fin dalla nascita. La Legge mosaica  impediva di offrire sacrifici a chi avesse menomazioni fisiche, ritenute conseguenza di qualche colpa. E in seguito era stato negato loro persino l’accesso al Tempio. Lo storpio, paradigma dei tanti esclusi e scartati della società, è lì a chiedere l’elemosina come ogni giorno".

"Quel mendicante, incontrando gli Apostoli - osserva il Pontefice - non trova denaro ma il Nome che salva l’uomo: Gesù Cristo il Nazareno. Qui appare il ritratto della Chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere".

"Le parrocchie pensano che sono più importanti i soldi che i sacramenti - dice a braccio il Papa -  per favore Chiesa povera, chiediamo al Signore quello..."

Conclude il Papa questa catechesi: "Pietro e Giovanni ci insegnano a non confidare nei mezzi, che pure sono utili, ma nella vera ricchezza che è la relazione con il Risorto. E noi, che cosa possediamo? Qual è la nostra ricchezza, il nostro tesoro? Con che cosa possiamo rendere ricchi gli altri? Chiediamo al Padre il dono di una memoria grata nel ricordare i benefici del suo amore nella nostra vita".

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