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Papa Francesco, la famiglia significa amare e mettersi in gioco

Il Papa con gli assistiti della Chiesa a Tallin  |  | pool VAMP
Il Papa con gli assistiti della Chiesa a Tallin | | pool VAMP
Papa Francesco con gli assistiti della Chiesa cattolica  |  | Vatican Media/ Aci Group
Papa Francesco con gli assistiti della Chiesa cattolica | | Vatican Media/ Aci Group
Papa Francesco davanti alla targa di  Eduard Profittlich |  | Vatican Media/ Aci Group
Papa Francesco davanti alla targa di Eduard Profittlich | | Vatican Media/ Aci Group
Il Papa con le Brigidine a Tallin  |  | Pool VAMP
Il Papa con le Brigidine a Tallin | | Pool VAMP

“Dove ci sono bambini e giovani, c’è molto sacrificio, ma soprattutto c'è futuro, gioia e speranza”.  Papa Francesco saluta così una delle famiglie assistite dalla Chiesa cattolica a Tallin nel centro gestito dalle Missionarie della Carità, le Suore di Madre Teresa. “In questa terra, dove gli inverni sono duri, a voi non manca il calore più importante, quello della casa, quello che nasce dallo stare in famiglia”.

Ancora una volta il Papa parla della necessità dell’amore e del mettersi in gioco. Un “Amore che sa di compassione e di dignità”.

Un amore che nasce dalla fede missionaria  che va “come queste sorelle per le strade delle nostre città, dei nostri quartieri, delle nostre comunità, dicendo con gesti molto concreti: fai parte della nostra famiglia, della grande famiglia di Dio nella quale tutti abbiamo un posto. Non rimanere fuori”. E del resto, spiega il Papa, il Signore “non si stanca mai di donarci una nuova opportunità”.

E così i legami, come in famiglia, sono importanti e il Papa lascia un invito: “continuare a creare legami” e uscire nei quartieri per dire a tanti: anche tu fai parte della nostra famiglia”.

La conclusione di Papa Francesco è semplice, “Gesù ha chiamato i discepoli, e ancora oggi chiama ciascuno di voi, cari fratelli, per continuare a seminare e trasmettere il suo Regno. Lui conta sulla vostra storia, sulla vostra vita, sulle vostre mani per percorrere la città e condividere la stessa realtà che voi avete vissuto. Può contare su di voi?”.

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L’incontro si è svolto nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Una chiesa riedificata dopo che il culto cattolico nel 1799 venne riammesso dopo essere stato bandito dai luterani nel 1561. La chiesa venne riedifica su un antico monastero e oggi attraverso l’antico portone del monastero si accede all’atrio dell’edificio. Un edificio neogotico rivisitato negli anni’20.

Il Papa entrando si è fermato davanti alla targa del primo vescovo estone dopo la Riforma martire del comunismo.

Il Papa ha pranzato nel Convento delle Suore Brigidine in uno dei distretti periferici e meno popolosi di Tallinn. Sorge sul luogo in cui era presente un Monastero, eretto nel 1407. La possibilità di riaprire un Convento per le Brigidine arrivò nel 1991, dopo che l'Estonia, la Lettonia e la Lituania riacquistarono la loro indipendenza dall'Unione Sovietica. Il 16 aprile 1994 quattro sorelle Brigidine arrivarono a Tallinn e si diede inizio ai lavori di ricostruzione. Il 15 settembre 2001 venne inaugurato il nuovo Convento. Oggi, l'edificio è diviso in due parti: in quella pubblica sono presenti una foresteria, alcune Sale conferenze e una Cappella, mentre la parte privata ospita la zona destinata alla vita monastica.

Dal 2005 in questo luogo si tiene uno degli eventi musicali più singolari del Nord Europa, ovvero il “Brigitte Festival”. L’ultima edizione si è svolta dal 9 al 18 agosto scorsi. Alle monache il Papa ha donato un bassorilievo in legno dell’Ultima Cena, e ha piantato un albero nel loro giardino.