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Papa Francesco: “Misericordia è quando la miseria si unisce al cuore dell’altro”

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In un videomessaggio inviato all’incontro nazionale di Manos Abiertas, Papa Francesco ha ribadito, prendendo spunto da due brani del Vangelo, che misericordia è quando il cuore incontra la miseria dell’altro, volendo così dare un incoraggiamento alla organizzazione argentina di ispirazione cristiana nata con lo scopo di aiutare le persone con maggiori necessità.

La organizzazione ha tra i suoi punti di riferimento padre Alberto Hurtado e Madre Teresa di Calcutta, e fa degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola un pilastro del suo cammino spirituale. Logico che il Cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, ne seguisse con simpatia i lavori.

Il videomessaggio arriva in occasione dell’incontro nazionale di Manos Abiertas, il cui tema è “Misericordia in viaggio dal cuore alle mani”. Papa Francesco parte da due brani del Vangelo: quello del buon Samaritano, la cui “compassione del cuore lo portò a fare un laovoro con le sua mani”, e quello della vedova di Nain, il cui figlio è resuscitato dal tocco di Gesù dopo che questi ha avuto compassione della vedova.

Due “viaggi dal cuore alle mani” che sono parte dell’insegnamento di Gesù: “agire, però dal cuore”. E “il cuore, sia quello del Buon Samaritano come quello di Gesù, fu toccato dalla miseria: la miseria che vide lì, la miseria di quella madre vedova che vide Gesù, quella miseria del dolore, e la miseria di quell’uomo picchiato che vide il samaritano”.

Spiega Papa Francesco: “Il cuore si unisce alla miseria dell’altro e questo è misericordia. Quando la miseria dell’altro entra nel mio cuore sento misericordia, che non è lo stesso che provare pena, la pena è un altro sentimento”. Perché se si può provare pena “di fronte a un animale ferito”, la misericordia è “quando la miseria dell’altro, o una situazione di dolore o di miseria, si pone sul cuore ed io permetto che questa situazione tocchi il mio cuore”.

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Il viaggio dalla miseria al cuore è il “viaggio di andata”, perché “non c’è misericordia se non si parla dal cuore”. E questo “è differente dall’avere buoni sentimenti”. Come “è differente fare filantropia con le mani”, che non è “male”, ma semplicemente “non è misericordia”.

Ribadisce dunque il Papa: “La misericordia è quel viaggio di andata dalla miseria al mio cuore, caricata sul mio cuore, che commuove il mio cuore e che, a volte, lo commuove a tal punto che il cuore è come una bussola al Polo Nord, non sa dove fermarsi, per quello che sente”.

E la misericordia è “una grazia”, da chiedere al Signore. Ma – conclude il Papa – “l’unica strada, però, per avere misericordia è attraverso il proprio peccato riconosciuto da noi stessi e perdonato dal Signore; attraverso il peccato riconosciuto e perdonato. Si può essere misericordiosi solo se si sente realmente di avere ricevuto la misericordia del Signore, altrimenti non si può essere misericordiosi. Se tu senti che il tuo peccato è preso in carico, perdonato, dimenticato da Dio, tu hai ricevuto misericordia, e per questo avere ricevuto misericordia, potrai essere misericordioso. Se la misericordia non parte dal tuo cuore così, non è misericordia”.

È questo il viaggio di ritorno, che comincia con il “riconoscere il mio peccato, la mia miseria, la mia bassezza e sentirmi perdonato”, e che va dalla mia miseria che ha ricevuto misericordia alla miseria dell’altro, “dalla mia miseria amata da Dio, all’amore della miseria dell’altro; dalla mia miseria amata nel mio cuore all’espressione con le mie mani. E questo è misericordia”.

Per questo si devono aprire mani e cuore alla misericordia. Esorta il Papa: “Lascia che la miseria ferisca il tuo cuore, quella degli altri e la tua. Lascia che tu riceva misericordia e comincia il viaggio di ritorno, e con le tue mani dai misericordia agli altri, spandendo misericordia e amore”.

 

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