Sorriso. E' quello che Papa Francesco augura ai dipendenti della Santa Sede e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con i rispettivi familiari. Il Pontefice  incontra tutti in Aula Paolo VI per gli auguri di Natale.

"Quando guardiamo un neonato, siamo portati a sorridergli, e se sul suo piccolo viso sboccia un sorriso, allora proviamo un’emozione semplice, ingenua. Il bambino risponde al nostro sguardo, ma il suo sorriso è molto più potente, perché è nuovo, puro, come acqua di sorgente, e in noi adulti risveglia un’intima nostalgia d’infanzia. Questo è avvenuto in modo unico tra Maria e Giuseppe e Gesù. La Vergine e il suo sposo, con il loro amore, hanno fatto sbocciare il sorriso sulle labbra del loro bimbo appena nato", commenta Papa Francesco nel suo discorso.

Per il Pontefice "Gesù è il sorriso di Dio". "È venuto a rivelarci l’amore del Padre celeste, la sua bontà, e il primo modo in cui l’ha fatto è stato sorridere ai suoi genitori, come ogni neonato di questo mondo - dice il Papa - nel presepe anche noi riviviamo questa esperienza: guardare il Bambino Gesù e sentire che lì Dio ci sorride, e sorride a tutti i poveri della terra, a tutti quelli che aspettano la salvezza, che sperano in un mondo più fraterno, dove non ci siano più guerre e violenze, dove ogni uomo e donna possa vivere nella sua dignità di figlio e figlia di Dio".

Francesco poi sa che a volte è difficile sorridere negli ambienti di lavoro e per questo commenta: "Anche qui, in Vaticano e nei vari uffici romani della Santa Sede, abbiamo sempre bisogno di lasciarci rinnovare dal sorriso di Gesù Bambino. Lasciare che la sua bontà disarmata ci purifichi dalle scorie che spesso incrostano i nostri cuori, e ci impediscono di dare il meglio di noi stessi. Questo vale specialmente per noi, che lavoriamo al servizio della Chiesa e nel nome di Cristo".