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Papa Francesco: “Obbedire è avere il coraggio di cambiare strada”

Papa Francesco a Santa Marta |  | Servizio Fotografico L'Osservatore Romano / Catholic Press Photo Papa Francesco a Santa Marta | | Servizio Fotografico L'Osservatore Romano / Catholic Press Photo

Cosa è l’obbedienza? Papa Francesco, nell’omelia mattutina alla Domus Sanctae Marthae, spiega che obbedire è “avere il coraggio di cambiare strada, quando il Signore ci chiede questo.” E attacca i “dottori della legge” che mettono in atto “una testardaggine” che li rende “chiusi”. E “questa chiusura del cuore li ha portati a non obbedire a Dio.

Papa Francesco prende spunto dalla Prima Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui i sacerdoti e i capi ordinano ai discepoli di non predicare più il Vangelo al popolo, perché “cresceva il numero dei credenti” di fronte alla predicazione dei discepoli. Quando li mettono in carcere, l’Angelo di Dio li libera, e questi ritornano a predicare il Vangelo. Il sommo sacerdote li minaccia. Pietro risponde: “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini.”

Parole che i sacerdoti non capiscono, perché – dice il Papa – “questi erano dottori, sapevano tutto, e  sono stati incapaci di riconoscere la salvezza di Dio.”

Si chiede il Papa: “Come mai questa durezza di cuore? Perché non è durezza di testa, non è una semplice testardaggine. E’ qui la durezza… E si può domandare: come è il percorso di questa testardaggine, ma totale, di testa e di cuore?”

La testardaggine viene – dice il Papa – dal fatto che “questi non non sapevano dialogare con Dio, perché non sapevano pregare e sentire la voce del Signore, e non sapevano dialogare con gli altri. ‘Ma perché interpreti questo così?’. Soltanto interpretavano come era la legge per farla più precisa, ma erano chiusi ai segni di Dio nella storia, erano chiusi al suo popolo, al loro popolo. Erano chiusi, chiusi.”

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È questa chiusura del cuore che “li ha portati a non obbedire a Dio. Questo è il dramma di questi dottori di Israele, di questi teologi del popolo di Dio: non sapevano ascoltare, non sapevano dialogare. Il dialogo si fa con Dio e con i fratelli”.

Per questo, chi non sa dialogare vuole far “tacere quelli che predicano la novità di Dio”. Questo – afferma il Papa – rivela che una persona “non sa dialogare”, “non è aperta alla voce del Signore, ai segni che il Signore fa nel popolo”.

Si tratta di un “itinerario doloroso,” fatto dagli “stessi che hanno pagato i custodi del sepolcro per dire che i discepoli avevano rubato il corpo di Gesù. Fanno di tutto per non aprirsi alla voce di Dio”.

Conclude il Papa: “In questa Messa preghiamo per i maestri, per i dottori, per quelli che insegnano al popolo di Dio, perché non si chiudano, perché dialoghino e così si salvino dall’ira di Dio che, se non cambiano atteggiamento, rimarrà su di loro”.