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Papa Francesco: “Parlare di sviluppo umano significa riferirsi a tutte le persone”

Papa Francesco durante un' Udienza in Sala Clementina |  | Vatican Media / ACI group Papa Francesco durante un' Udienza in Sala Clementina | | Vatican Media / ACI group

“Quando parliamo di sostenibilità, non possiamo trascurare l’importanza dell’inclusione e dell’ascolto di tutte le voci, specialmente di quelle normalmente emarginate da questo tipo di discussioni, come quelle dei poveri, dei migranti, degli indigeni e dei giovani”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in Udienza i partecipanti alla Conferenza Internazionale “Religions and the Sustainable Development Goals (SDGs): Listening to the cry of the earth and of the poor”, promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in corso in Vaticano, nell’Aula nuova del Sinodo, dal 7 al 9 marzo. 

La conferenza internazionale, in questi giorni di dibattito e confronto, ha cercato di includere le diverse tradizioni religiose, compresa quella cattolica, per accogliere gli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dall’ONU. Papa Francesco lo spiega nel suo discorso: “Da un lato, riflettono i valori delle persone e, dall’altro, sono sostenuti da una visione integrale dello sviluppo”.

Per Francesco “proporre un dialogo su uno sviluppo inclusivo e sostenibile richiede anche di riconoscere che sviluppo è un concetto complesso, spesso strumentalizzato. Quando parliamo di sviluppo dobbiamo sempre chiarire: sviluppo di cosa? Sviluppo per chi?. Per troppo tempo l’idea convenzionale di sviluppo è stata quasi interamente limitata alla crescita economica”. Ma parlare di sviluppo umano significa “riferirsi a tutte le persone”.

“Le risposte – commenta il Papa - sono ciò che auspico possa emergere in questa Conferenza: risposte concrete al grido della terra e al grido dei poveri. Impegni concreti per promuovere uno sviluppo reale in modo sostenibile attraverso processi aperti alla partecipazione delle persone”.

“Nel caso delle persone religiose, abbiamo bisogno di aprire i tesori delle nostre migliori tradizioni in ordine ad un dialogo vero e rispettoso sul modo in cui costruire il futuro del nostro pianeta”, commenta Francesco.

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L’ultimo attenzione del Papa nel suo discorso è riservato alle popolazioni indigene: “Il principio cardine di tutte le religioni è l’amore per i nostri simili e la cura per il creato. Vorrei evidenziare un gruppo speciale di persone religiose, quello delle popolazioni indigene. Sebbene rappresentino solo il 5% della popolazione mondiale, esse si prendono cura di quasi il 22% della superficie terrestre. Per questi motivi, la loro voce e le loro preoccupazioni dovrebbero essere al centro dell’attuazione dell’Agenda 2030 e al centro della ricerca di nuove strade per un futuro sostenibile. Ne discuterò anche con i miei fratelli Vescovi al Sinodo della Regione Panamazzonica, alla fine di ottobre di quest'anno”.

 

 

 

 

 

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