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Papa Francesco, un’ora di colloquio con il presidente del Cile. Quale agenda?

C’è anche una controversia con l’Argentina nell’agenda del presidente del Cile con Papa Francesco

Papa Francesco, Pinera | Papa Francesco con il presidente Pinera, Palazzo Apostolico Vatticano  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Pinera | Papa Francesco con il presidente Pinera, Palazzo Apostolico Vatticano | Vatican Media / ACI Group

Una udienza di una ora, molto cordiale, che forse ha incluso anche qualche scambio sulla recente controversia territoriale tra Cile e Argentina sul Canale di Beagle, riacuitasi recentemente e di cui la Santa Sede fu mediatore negli Anni Ottanta del secolo scorso. Papa Francesco ha ricevuto il presidente del Cile Juan Sebastián Piñera Echenique, che è poi andato, come al solito in Segreteria di Stato vaticana.

L’udienza privata è durata un tempo inusualmente lunga, dalle 9,50 alle 10,50. Il presidente del Cile ha donato al Papa una scacchiera in combarbalita, pietra ufficiale del Cile. Il Papa ha donato una Maiolica di San Pietro beneficente, le sue encicliche ed esortazioni apostoliche e il Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace di quest’anno.

Quindi, i colloqui bilaterali in Segreteria di Stato, con il Cardinale Pietro Parolin e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati.

“Nel corso dei cordiali colloqui – si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede - è stato espresso compiacimento per le buone relazioni bilaterali esistenti, nonché per il comune impegno a favore della pace, della giustizia sociale, della tutela dei poveri, degli emarginati e delle persone più vulnerabili”.

Si legge ancora che “ci si è soffermati sulla situazione interna del Paese, prestando particolare attenzione allo sviluppo socio-economico, al processo di riforma della Costituzione e ai rapporti con la Chiesa cattolica”, e che “a questo riguardo, si è auspicata una serena collaborazione, in considerazione del contributo che essa offre per il bene dell'intera popolazione in ambito caritativo, educativo e sociale, specialmente in questo periodo critico di pandemia”.

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Conclude il comunicato che “i colloqui hanno poi permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all'attualità internazionale e regionale e alla promozione della pace e dei diritti umani nel mondo”.

L’accenno all’attualità regionale potrebbe riguardare proprio la controversia con l’Argentina per il Canale di Beagle.

La Santa Sede aveva fatto da mediatore per controversia del canale nel 1978, grazie al Cardinale Antonio Samoré che lavorò al negoziato concluso con un Trattato Bilaterale di Cooperazione e altri accordi.

La nuova controversia deriva dal fatto che l’Argentina accusa il Cile di violare "i limiti della piattaforma continentale", in particolare coordinate geografiche chiamate RA-01 e RA-02, una situazione mai definitivamente chiarita. Non si sa se la Santa Sede verrà di nuovo coinvolta in una mediazione, considerando anche che il Papa è argentino. La controversia che porta con sé il rischio di un conflitto, considerando che sia Argentina che Cile considerano la questione “di rilevanza strategica per la sicurezza nazionale”.

L’accordo complessivo tra Argentina e Cile fu firmato nel 1984, mentre il Trattato di pace e cooperazione fu firmato in Vaticano dai ministri degli Affari Esteri di Cile e Argentina. Lo scambio dei documenti di ratifica avvenne il 2 maggio 1985, di fronte a Giovanni Paolo II.