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Papa: “Gli edifici sacri si propongano come oasi di bellezza”

Papa Francesco, Udienza |  | Daniel Ibanez, ACI Group Papa Francesco, Udienza | | Daniel Ibanez, ACI Group

“E’ necessario che gli edifici sacri, a cominciare dalle nuove chiese parrocchiali, soprattutto quelle collocate in contesti periferici e degradati, si propongano, pur nella loro semplicità ed essenzialità, come oasi di bellezza, di pace e di accoglienza”. E’ l’auspicio di Papa Francesco contenuto nel messaggio letto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante la consegna del premio delle Pontificie Accademie, conferito dal Pontefice a giovani studiosi, artisti o istituzioni distintisi nella promozione dell’umanesimo cristiano.

I lavori della ventunesima seduta pubblica delle Pontificie Accademie, introdotti dal Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e del Consiglio di coordinamento tra Accademie pontificie e svolti presso la Sala Vasari del Palazzo della Cancelleria a Roma, sono incentrati sul tema “Scintille di bellezza per un volto umano delle città”.

Quest’anno il Papa assegna il premio ex aequo a Chiara Bertoglio, per la ricerca in campo musicologico e letterario e a Claudio Cianfaglioni per la ricerca poetica e lo studio di figure poetiche e letterarie del nostro tempo. Inoltre viene assegnata la medaglia del pontificato a Michele Vannelli, maestro di cappella della basilica di San Petronio a Bologna e a Francesco Lorenzi, fondatore del gruppo musicale “The Sun”.

Scintille di bellezza per un volto umano delle città. Il titolo della ventunesima seduta richiama alla mente del Papa alcuni riferimenti.

Il primo è il discorso rivolto agli artisti, radunati nella Cappella Sistina, dal predecessore Benedetto XVI, nel novembre 2009: “Invitava gli artisti ad impegnarsi per rendere sempre più umani i luoghi della convivenza sociale: “Voi sapete bene – diceva – che l’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.

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Il secondo riferimento di Francesco “rimanda all’attualità, ai progetti di riqualificazione e di rinascita delle periferie delle metropoli, delle grandi città, elaborati da tanti qualificati architetti, che propongono, appunto, “scintille” di bellezza, cioè piccoli interventi a carattere urbanistico, architettonico e artistico attraverso cui ricreare, anche nei contesti più degradati e imbruttiti, un senso di bellezza, di dignità, di decoro umano prima che urbano”.

“Si fa dunque strada – spiega il Papa – la convinzione che anche nelle periferie ci siano tracce di bellezza, di umanità vera, che bisogna saper cogliere e valorizzare al massimo, che vanno sostenute e incoraggiate, sviluppate e diffuse”.

“Prendersi cura delle persone – raccomanda il Pontefice nel suo messaggio -  a cominciare dai più piccoli e indifesi, e dei loro legami quotidiani, significa necessariamente prendersi cura anche dell’ambiente in cui essi vivono. Piccoli gesti, semplici azioni, piccole scintille di bellezza e di carità possono risanare, “rammendare” un tessuto umano, oltre che urbanistico e ambientale, spesso lacerato e diviso, rappresentando una concreta alternativa all’indifferenza e al cinismo”.

Ed è qui che per Francesco si colloca l’importanza degli artisti e del loro ruolo: “Creare opere d’arte che portino, proprio attraverso il linguaggio della bellezza, un segno, una scintilla di speranza e di fiducia lì dove le persone sembrano arrendersi all’indifferenza e alla bruttezza”.

Conclude infine il Papa nel suo messaggio: “Architetti e pittori, scultori e musicisti, cineasti e letterati, fotografi e poeti, artisti di ogni disciplina, sono chiamati a far brillare la bellezza soprattutto dove l’oscurità o il grigiore domina la quotidianità; sono custodi della bellezza, annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità, come hanno più volte ripetuto i miei Predecessori”.