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Ramadan, Cardinale Tauran: “Operiamo insieme per assistere i bisognosi”

Cardinale Jean-Louis Tauran | Il Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso | Bohumil Petrik / CNA Cardinale Jean-Louis Tauran | Il Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso | Bohumil Petrik / CNA

Nel consueto messaggio inviato per il Ramadan e per la festa Id-Al-Fitr, il Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, sottolinea che “è vitale” che “tutti operino insieme per assistere coloro che sono bisognosi, prescindendo dalla loro etnia o dal loro credo religioso”.

Il messaggio è tutto incentrato sulla misericordia, comune ad entrambe le fedi. “Sappiamo – si legge nel messaggio – che sia il cristianesimo che l’Islam credono in un Dio misericordioso, che mostra la sua misericordia e compassione verso tutte le sue creature, in particolare la famiglia umana”.

Dio – prosegue il messaggio – è al Ghafir e al Ghafour, ovvero colui che perdona e colui che perdona molto. La misericordia di Dio si manifesta dunque attraverso il perdono.

Nel messaggio, si ricorda l’indizione dell’Anno della Misericordia e afferma che il pellegrinaggio praticato dai musulmani nei luoghi sacri “è certamente un tempo propizio per sperimentare la misericordia di Dio”.

Cristiani e musulmani – si legge ancora – sono chiamati “a fare del nostro meglio nell’imitare Dio”, che chiede “di essere misericordiosi e compassionevoli vero gli altri, specialmente verso coloro che si trovano in qualsiasi tipo di bisogno”.

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Di fronte alle vittime di conflitti e violenze, di fronte a tante persone “che soffrono a causa della povertà, della malattia, delle dipendenze, dei disastri naturali, della disoccupazione”, nessuno può chiudere gli occhi o voltarsi dall’altra parte.

Per questo, è necessario operare insieme, perché – sottolinea il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso – “è motivo di grande speranza vedere o sentire di musulmani e cristiani che si uniscono per aiutare i bisognosi”, perché “quando uniamo i nostri sforzi, noi obbediamo ad un importante comandamento presente nelle nostre rispettive religioni e diamo dimostrazione della misericordia di Dio”.