Domani sera, viglia di Poentecoste,  in Italia si pregherà per i martiri cristiani e per i perseguitati, e mentre il mondo si preoccupa per il sito archeologico della antica città di Palmira, in Siria un altro sacerdote è stato rapito due anni dopopadre Paolo Dall’Oglio. Padre Jacques Mourad è stato rapito a Qaryatayn e fa parte della comunità monastica del Deir Mar Musa monastero a circa 80 chilometri a nord di Damasco.  Ieri il monaco è stato rapito nella piccola città della Siria centrale ad un centinaio di chilometri da Palmira dove da dodici anni guidava la parrocchia siro-cattolica locale e viveva nel monastero Mar Elias.

Fino al momento del rapimento, padre Jacques è rimasto a fianco del suo popolo, condividendone la sorte spesso tragica e tenendo sempre aperte le porte del monastero per accogliere chiunque avesse bisogno. “Ancora non abbiamo novità, sappiamo soltanto che è stato prelevato da quattro uomini, sicuramente appartenenti ad un gruppo jihadista”, afferma ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Nawras Sammour, direttore del servizio dei gesuiti per i rifugiati in Medio Oriente. Padre Jacques era estremamente preoccupato per la presenza dei fondamentalisti a Qaryatayn. Negli ultimi giorni padre Jacques aveva accolto anche numerosi sfollati giunti da Palmira, la città oggi in mano allo Stato Islamico. Accanto ai rapimenti di padre Dall’Oglio e dei due vescovi di Aleppo, Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi, bisogna ricordare le uccisioni di padre François Mourad, assassinato a Ghassanieh il 23 giugno 2013, e di padre Frans Van Der Lugt, freddato ad Homs il 7 aprile dello scorso anno. I sacerdoti in molti casi sono l’ unico punto di riferimento per la popolazione.