“Riscoprire le dimensioni della solidarietà e della fratellanza per imparare insieme a custodire il pianeta e dare un futuro di speranza all’umanità”; questo il senso della “presenza all’Expo 2015 e il messaggio che la Santa Sede propone ai milioni di visitatori”. Il cardinale Gianfranco Ravasi spiega il rinnovarsi di una presenza vaticana all’esposizione universale, perché, “da Pio IX a Benedetto XVI la Santa Sede ha voluto prender parte alle esposizioni internazionali per manifestare l’intenzione della Chiesa di far sentire la sua voce e di offrire la sua testimonianza sui temi delicati e densi di futuro che di volta in volta sono stati proposti dalle Esposizioni”.

Presentato questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede il padiglione vaticano all’Expo2015, segno, secondo il cardinale, di una “politica culturale coerente”, che prende parte “ai dibattiti sulle questioni cruciali relative alle modalità di abitare il pianeta e di custodirne il futuro”, “anche attraverso il linguaggio estetico e le opere d’arte che la fede cristiana ha saputo generare nei secoli, in modo originale e creativo, il proprio messaggio culturale e spirituale”.

Fra quindici giorni, il primo maggio prossimo, sarà inaugurata la grande esposizione universale milanese, tutta incentrata sui temi dell’alimentazione e del futuro sostenibile: “Nutrire il pianeta. Energie per la vita”; il 18 maggio il via della presenza vaticana, con un grande spettacolo che inaugurerà il padiglione.

“Per l’Expo di Milano, in particolare, la Santa Sede intende concentrare l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico del tema, compreso nella sua ampiezza e complessità”, ha spiegato il cardinale Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Commissario Generale della Santa Sede per l’Expo.

“Il padiglione della Santa Sede – ha aggiunto Ravasi - avrà come titolo due brevi citazioni bibliche: “Non di solo pane” e “ Dacci oggi il nostro pane”, affermazioni che rimandano, appunto, sia ad una visione ampia e integrale, non riduttiva, dei bisogni umani sia ad una concretezza che non dimentica la quotidianità con le sue emergenze ed esigenze”.