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Santa Rosa da Viterbo: la fedeltà a Dio e all'ideale francescano

Fu canonizzata da Calisto III nel 1457

Le spoglie di Santa Rosa da Viterbo |  | pubblico dominio Le spoglie di Santa Rosa da Viterbo | | pubblico dominio

Della vita di Santa Rosa sappiamo poco, anzi pochissimo. Però questo non ha fermato la possibilità di conoscere dai suoi miracoli, la sua grandezza ed il grande amore che portò per San Francesco di Assisi, che scelse come Padre, oltre che modello di ascesi mistica.

Rosa nacque il 9 luglio 1233 a Viterbo in una famiglia di modeste condizioni economiche. Dei suoi anni giovanili sappiamo che conobbe la povertà e le difficoltà della vita, ma anche la fede e la santità che illuminarono i suoi passi in quella strada di bellezza dettata dal Regno dei cieli.

Fin da piccola desiderava consacrarsi a Dio, in un Ordine religioso come le Clarisse, ma la salute cagionevole non le permise di entravi e così guarita dalla malattia, scelse di vivere la stessa spiritualità seguendo la Regola dei Terziari francescani. Questi sono uomini e donne che vivono l'ideale francescano nel mondo e Rosa fece lo stesso.

Donna attenta alle necessità dei fratelli, per questi spese le sua energie, ma anche per altro: questa santa fece, con incredibile novità per quei tempi, politica ma quella buona. Infatti in una realtà fortemente segnata dai contrasti fra il potere dell'impero e del Papato, lei scelse , con coraggio e fedeltà, di difendere i diritti del Pontefice predicando, pubblicamente, il vangelo e la difesa di tali ideali. In questa attività, come San Domenico, predicò contro l'eresia catara e si scagliò contro ogni ingiustizia sociale. Per questi motivi, esiliata dal podestà di Viterbo, insieme alla sua famiglia, con animo sereno ed abbandonato a Dio, lasciò la città d'origine raggiungendo Soriano del Cimino e Vitorchiano. Qui seminò la bellezza del suo animo e della sua fedeltà a Dio ed a San Francesco di Assisi.

Morto Federico II, che rappresentava l'Impero, potè rientrare a Viterbo dove giovanissima rese la sua bell'anima a Dio. Era il 6 marzo 1251.

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Giovani Paolo II visitando nel 1984 il santuario che raccoglie le spoglie della santa disse nella sua omelia: Quale grande risposta d'amore troviamo in quella meravigliosa giovinetta che fu la vostra santa Rosa! Essa, pur nella mutazione dei tempi, si presenta ancor oggi come modello per le ragazze e per le giovani, invitandole a comprendere a fondo, nella loro vita, l'assoluto di Dio in una piena donazione d'amore al di là di ogni rispetto umano!»

Di lei si raccontano molti miracoli e prodigi. La sua fama di santità si è, da subito, diffusa nel mondo. Per tale ragione fu canonizzata da papa Callisto III nel 1457. La sua memoria liturrgica ricorre il 6 marzo, ma la sua festa si celebra, con solennità, nella città di Viterbo il 4 settembre, giorno della traslazione del suo corpo.