L’ultima grande apparizione pubblica a Roma è stata quella al convegno del Pontificio Istituto Orientale alla conferenza “Damasco: prisma di speranza” organizzata per il centenario dell’Istituto. Ma monsignor Hilarion Capucci, arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina dei Greco Melchiti, era ben conosciuto come un paladino della causa palestinese. Un personaggio controverso, ma pur sempre un personaggio, che si è spento nella notte del 1 gennaio scorso a Roma.

Classe 1922, sacerdote dal 1947, partecipò in veste di superiore generale dei Basiliani di Aleppo al Concilio Vaticano II, e lì parlò di ecumenismo e di apostolato dei laici. Nel 1965 fu ordinato vescovo titolare di Cesarea di Palestina e dei melchiti, e dal 1965 al 1974 fu vescovo ausiliare presso l’arcieparchia di Gerusalemme dei melchiti, dove si contraddistinse per le sue posizioni politiche contro lo stato di Israele.

Nel confuso e difficile scenario mediorientale, l’arcivescovo Capucci giocò un ruolo durante la crisi degli ostaggi in Iran nel 1980, ma fu anche arrestat per contrabbando di armi nel 1974, e il suo rilascio fu richiesto da diversi terroristi palestinesi. Era stato condannato a 12 anni, ma fu rilasciato nel 1978 ed esiliato. Negli ultimi tempi si era distinto anche per l’appoggio al governo Assad in Siria. Tra i messaggi di cordoglio, quelli di Gregorio III Laham, patriarca di Antiochia, e quelli del presidente palestinese Abu Mazen.