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Sinodo: in Svizzera è sì all'insegnamento della Chiesa, ma con eccezioni

Papa Francesco e i vescovi della Svizzera | Papa Francesco incontra i vescovi della Svizzera | © L'Osservatore Romano Photo da Radio Vaticana Papa Francesco e i vescovi della Svizzera | Papa Francesco incontra i vescovi della Svizzera | © L'Osservatore Romano Photo da Radio Vaticana

Sono praticamente tutti d’accordo sugli insegnamenti della Chiesa in tema di matrimonio e famiglia, ma chiedono anche più comprensione per i casi di fallimento dei matrimoni e decomposizione delle famiglie. Gli oltre 6 mila fedeli svizzeri che hanno risposto al questionario incluso nei “Lineamenta” del prossimo sinodo dei vescovi confermano che i fedeli cercano un cambio di passo, anche in termini dottrinali. Sarà su questo che verterà il grande dibattito al prossimo sinodo dei vescovi.

Che la Chiesa svizzera fosse inquieta, non era un mistero. Già Benedetto XVI, parlando a braccio ai presuli svizzeri in visita ad limina nel settembre 2006, aveva spiegato loro il vero volto della Chiesa, che non era quello di insegnare il moralismo, ma di testimoniare la gioia della fede. Parole che dovevano servire a scuotere un clero che forse aveva perso fedeli proprio per non aver trasmesso la gioia della fede, e non perché non sapeva adeguarsi ai segni dei tempi, come invece è stato pensato.

E l’inseguimento dei ‘segni dei tempi’, per la Chiesa svizzera, è avvenuto anche attraverso la diffusione di un questionario “alternativo” stilato dall’Istituto di Sociologia Pastorale di San Gallo per preparare il dibattito al sinodo dei vescovi 2014, lo scorso anno, che declassava il documento vaticano ed aveva quasi l’intenzione di spostare la Chiesa elvetica su binari progressisti. Ora, la sintesi dei vescovi alle risposte ricevute dai fedeli sul questionario 2015 sembra confermare questo orientamento.

Anche perché la Conferenza Episcopale stessa fa notare che le risposte rispecchiano le risposte date al precedente sondaggio on line dell’Istituto di Sociologia Pastorale di San Gallo, condotto – si dice – in accordo con la Conferenza Episcopale Svizzera. I numeri sono di certo più esigui: in 6 mila hanno risposto quest’anno – hanno partecipato agenti pastorali, catechisti e fedeli impegnati nelle

parrocchie e nelle comunità e associazioni ecclesiali - mentre in 25 mila avevano risposto al ‘questionario bis’.

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Secondo la sintesi dei dati, i fedeli svizzeri apprezzano gli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia, ma ne apprezzano meno l’applicazione pratica, tanto che “solo un’infima minoranza” a contraria a riforme dottrinali.

Tra queste riforme, quella che i fedeli dimostrano essere più pressante per loro sarebbe “l’esclusione assoluta dei divorziati risposati dai sacramenti,” che “dovrebbe essere rivista a favore di un’applicazione più flessibile di questa disposizione che tenga conto dei singoli casi.” Altro tema caldo, quello della pastorale per coppie omosessuali: molti fedeli si dicono favorevoli a concedere una benedizione alle coppie. I fedeli fanno anche notare che il matrimonio sacramentale è sempre più una scelta di pochi, e quindi chiedono maggiore impegno della Chiesa nella preparazione e nell’accompagnamento delle coppie che si sposano in chiesa e un maggior sostegno alle famiglie.