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Siria, la ricostruzione delle chiese grazie ad Aiuto alla Chiesa che soffre

Una bimba con la bandiera di ACS |  | ACS Una bimba con la bandiera di ACS | | ACS

Nei giorni scorsi nella cattedrale siro-ortodossa Um al Zehnar di Homs è avvenuta una speciale cerimonia. I proprietari delle 97 abitazioni cristiane di Homs che Aiuto alla Chiesa che Soffre contribuirà a ricostruire, hanno ricevuto in dono un primo mattone in pietra con su scritto «Gesù è la mia roccia».

Homs è la terza città più importante della Siria dopo Damasco ed Aleppo, e durante i primi anni di conflitto è stata a lungo teatro di scontro fra i ribelli e le forze lealiste. Moltissimi cristiani hanno abbandonato la città per motivi di sicurezza o perché le loro abitazioni erano state distrutte. I proprietari dei 97 edifici che rientreranno, appartengono infatti a diverse denominazioni cristiane: una famiglia maronita, 26 greco-melchite, 11 greco-ortodosse e 59 siro-ortodosse.

"Grazie per tutto quello che fate per noi – dicono ad ACS Aziz al Houri e sua moglie – I nostri bambini sono così contenti di poter tornare finalmente a casa!". "Abbiamo vissuto anni terribili – racconta il cristiano Nizar Al Bitar – ma grazie al vostro sostegno non abbiamo perso la speranza. I cristiani resteranno in Siria!"

Le 97 abitazioni saranno pronte prima della fine dell’estate. In tempo perché il bambino di Genan Abdalaha possa nascere nella sua casa. "Non posso credere che potremo finalmente ritornare al nostro quartiere!", esclama la futura mamma.

Nel frattempo la Fondazione pontificia, che ha già sostenuto la ricostruzione di altre 110 case ad Homs, ha donato 300mila euro per questo progetto. "Purtroppo la guerra in Siria è lungi dall’essere finita – afferma il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro – ma grazie a interventi come questo possiamo permettere ai nostri fratelli siriani di ritornare, seppur parzialmente, alla normalità".

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Monteduro ricorda inoltre il grande impegno in Siria di ACS, che è tra le principali realtà a sostegno dei cristiani in Medio Oriente. "Dal 2011 ad oggi abbiamo donato oltre 24 milioni e 500mila euro ai nostri fratelli siriani. Questi cristiani coraggiosi hanno sofferto e continuano a soffrire molto, ed è nostro dovere realizzare il loro sogno di tornare alle proprie case. Da loro apprendiamo cosa significhi avere una fede salda e incrollabile. Perché Gesù, anche nell’orrore della guerra siriana, non ha mai smesso di essere la loro roccia".