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Sono centralinista non vedente, essere in un istituto secolare ha cambiato la mia vita

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Sono centralinista non vedente, lavoro in una grande azienda... L’essere in un istituto secolare ha cambiato la mia vita: trovarmi in una comunità vocazionale con cui potersi confrontare, pregare insieme, mi aiuta a vivere la comunione con il Signore che dà senso alla mia vita, a tutto ciò che faccio e che sono il carisma del nostro istituto è la contemplazione nell’azione a servizio dei fratelli”. E’ una delle tante testimonianze di come la vita della consacrazione possa essere strumento di evangelizzazione anche in situazioni inattese.

Se ne parlerà a Roma presso l’Istituto Patristico Augustinianum, il 28 e 29 ottobre. Un Convegno organizzato dalla Conferenza Italiana degli Istituti Secolari (CIIS) e patrocinato dalla CIVCSVA:  pone la questione: “Oltre e in mezzo. Istituti secolari: storie di passione e profezia per Dio e per il mondo”.  Un invito rivolto a tutti: ai membri degli Istituti Secolari, a quanti svolgono un servizio nei Centri di pastorale vocazionale, nei Seminari e ai Vicari episcopali per la Vita consacrata.

Una occasione, spiega Marisa Parato, Presidente della CIIS “per una maggiore consapevolezza della preziosità della consacrazione secolare oggi nel contesto della Chiesa e della società; per un più incisivo rilancio degli Istituti Secolari di fronte alle sfide e alle urgenze attuali; per individuare percorsi di formazione per i membri per essere profeti autentici di novità cristiana”.

Saranno molte le testimonianze il filo conduttore, ma ci saranno anche relazioni sui temi educativi e strettamente vocazionali oltre che teologici. “ Lo spirito santo che invoco ogni mattina - racconta ancora Chiara Sacchi- all’inizio della mia giornata, mi aiuta a vivere ogni azione per Dio, con Dio e in Dio in ogni persona che incontro, o attraverso il telefono, o personalmente, c’è Gesù. Il mettermi in ascolto della Parola, il cibarmi frequentemente dell’Eucaristia, mi aiuta a mettermi in ascolto non solo di Lui, ma anche dell’altro, che diventa una persona da amare.

Spesso, al telefono, non sempre le conversazioni sono facili, perché la gente è inquieta, ha problemi importanti con cui fare i conti e quindi è con me che esprime tutta la sua rabbia, in attesa che io trovi la persona con la quale metterla in contatto; chiedo allora al Signore di aiutarmi ad essere paziente, amabile, disponibile e, soprattutto quando sento una persona che fa fatica ad esprimersi nella nostra lingua, cerco di tirar fuori tutte le mie capacità per aiutarla, c’è lo spazio anche per qualche battuta, per qualche risata, che aiuta a dare un tono sereno alla conversazione.

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La sera, poi, affido tutte queste persone al Signore e nell’esame di coscienza chiedo perdono per i momenti di impazienza, per non essere riuscita ad amare i colleghi come avrei voluto chiedendo a lui e a Maria di aiutarmi nel cammino di conversione”.

Il convegno si chiude con la partecipazione alla preghiera dell’ Angelus domenicale di Papa Francesco in Piazza San Pietro.