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Trent'anni dopo Giovanni Paolo II, Papa Francesco scrive agli aborigeni

Papa Francesco e gli indigeni | Papa Francesco incontra rappresentanti indigeni durante il viaggio in Messico, febbraio 2016. Da sempre, la Chiesa lotta per preservare le culture locali | L'Osservatore Romano / ACI Group Papa Francesco e gli indigeni | Papa Francesco incontra rappresentanti indigeni durante il viaggio in Messico, febbraio 2016. Da sempre, la Chiesa lotta per preservare le culture locali | L'Osservatore Romano / ACI Group

“Vicinanza spirituale” e “profonda stima” per un popolo dall’ “antico patrimonio culturale” che ne manifesta “la genialità e la dignità”: in occasione del 30esimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II ad Alice Spring per incontrare gli aborigeni australiani, Papa Francesco invia un messaggio a John Lochowiak, leader aborigeno di quei luoghi, attraverso l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana, nunzio apostolico a Canberra. Lo riferisce Radio Vaticana. 

Il Papa afferma che la cultura degli aborigeni australiani “non deve essere lasciata scomparire”, perché – come disse Giovanni Paolo II nella visita in quei luoghi – gli aborigeni non devono credere “che i vostri doni valgano così poco da non dovervi più preoccuparvi di conservarli. Condivideteli tra di voi e insegnateli ai vostri figli. I vostri canti, le vostre storie, le vostre pitture, le vostre danze, le vostre lingue, non devono mai andare perdute”.

“Quando condividete le nobili tradizioni della vostra comunità - scrive Francsco - voi testimoniate anche il potere del Vangelo di perfezionare e purificare ogni società e in questo modo si compie la santa volontà di Dio”.

Durante l'incontro di 30 anni fa, Giovanni Paolo II aveva anche denunciato gli abusi dei colonizzatori europei, che avevano espropriati territori da sempre abitati dagli aborigeni e considerati “terra di nessuno”, un principio che fu lasciato cadere con una storica sentenza dell’Alta Corte Australiana del 1992.

Già in altri discorsi, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di preservare le culture indigene, sempre più messe a rischio dalla globalizzazione. Una delle iniziative in questo senso è anche la misa criola per la Vergine di Guadalupe che si terrà il prossimo 12 dicembre, durante la quale si pregherà anche nelle lingue indigene mesoamericane.

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