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Un impegno solidale per la pace e per vincere la fame nel mondo

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“Sviluppo agricolo e lotta alla fame: l’appello dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco” è il tema del convegno che si è tenuto nella sede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dell’Università Europea di Roma.

L’incontro è stato promosso dalla Missione Permanente della Santa Sede presso FAO, IFAD e PAM insieme all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e all'Università Europea di Roma e in collaborazione con la Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani.

I relatori intervenuti hanno offerto interessanti riflessioni su temi di grande attualità come la fame nel mondo e la crisi ambientale, evidenziando i messaggi dell’Enciclica del Santo Padre sulla cura della casa comune.

Come spiegato dal Prof. Alberto García, Direttore della Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani, “Il nostro mondo globalizzato ha bisogno di uomini e donne con competenza e virtù atti ad assumere l´impegno della cura del nostro focolare comune; persone creative capaci di trovare le convergenze nelle idee, dei talenti e delle risorse che puntano al bene comune. Con dedizione, ottimismo e mutuo rispetto per l’altro. Ora è il tempo della trascendenza: uscire da noi stessi, cercare l’Altro e gli Altri. Oggi è il tempo di assumere un impegno solidale in favore degli altri, non di nostalgie e sterili lamentele”.

“Mai come in questo momento abbiamo bisogno di azioni concrete ed efficaci prima che sia troppo tardi”, ha affermato Mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la FAO, IFAD e PAM.“Come dice il Santo Padre a riguardo: «occorre pensare pure a rallentare un po’ il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi» (LS, 193). E ancora di più il settore agricolo e le persone che lo animano hanno bisogno di recuperare quella funzione primaria non in senso economico, ma essenzialmente umano. Contadini, allevatori, piccole aziende agricole familiari richiedono cittadinanza nelle politiche e nell’azione economica perché possa risplendere l’importanza del loro lavoro e non solo le statistiche della produzione. Lo sottolineano i diversi e articolati pensieri dell’Enciclica che si possono riassumere in una pedagogia per proporre possibili azioni e, soprattutto, per indicare i modi attraverso cui formare persone, gruppi e comunità ad un’effettiva coscienza della salvaguardia della “casa comune”. A proposito cito le parole di Sua Santità che invita a prenderci «cura del mondo e della qualità della vita dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato» (LS, 232)”.

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Bisogna, quindi, fare appello ad un concreto concetto di giustizia capace di realizzarsi in politiche, regole, norme ed azioni solidali. A queste, l’Enciclica affianca la necessità di modificare concretamente i nostri stili di vita, compresi quelli alimentari, che, in tante aree del pianeta, sono segnati da consumismo, spreco e sperpero di alimenti, chiamando così ognuno alle proprie responsabilità comuni, ma differenziate, poiché «un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale» (LS, 206).

Secondo Maria Laura Da Rocha, Rappresentante Permanente del Brasile presso la FAO, IFAD e PAM, l’Enciclica Laudato Si’ ha “illuminato il dibattito internazionale ed ha portato, nel giusto momento, gli elementi etici che ci orientano nel necessario ed urgente cambiamento di paradigma verso la sostenibilità e verso la pace che essa potrebbe propiziare”.   

Massimo Losito della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, commentando l’Enciclica, ha spiegato che “Tutto è collegato, tutto è in relazione, tutto è connesso. Questo è il «tessuto connettivo» che soggiace all’Enciclica Laudato si’. La connessione è uno dei paradigmi della modernità, pensiamo alla globalizzazione o alla rete dei social network”.

“Papa Francesco – ha affermato Losito - ci ricorda che in questa rete di relazioni entra a pieno diritto la nostra terra e la scienza dell’Ecologia, scienza eminentemente sistemica prima che sistematica. Non per questo, però, la proposta che il Santo Padre fa di un’ «ecologia integrale» equivale ad un integralismo ecologico radicale; bensì, proprio perché tutto è connesso, la crisi ecologica, crisi nell’andare verso l’altro-da-me, costituisce una sorta di allarme orizzontale che ci avverte di una crisi verticale: crisi dell’uomo di vedere le profondità di se stesso (problema antropologico) e crisi nell’incapacità di andare verso l’alto (crisi di fede). La proposta che ne deriva fa dell’ecologia umana, tema sempre più presente nel magistero, un ponte fra la Dottrina Sociale delle Chiesa e la Bioetica: nulla di ciò che mi circonda -nella natura, nei legami umani, nella mia stessa vita- può essere disprezzato e trattato come mera materia da manipolare. Per l’uomo rinnovato tutto è oggetto di cura, a immagine del Dio provvidente che, come dice il salmo 145, espande la sua tenerezza su tutte le creature”.

 

 

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