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Un museo e un centro di pellegrinaggio per il Cardinale Mindszenty

Lo scorso 6 luglio, è stata posta la prima pietra del Mindszentyaneum, il museo dedicato al Cardinale Mindszenty nella città ungherese di Zalaegerszeg

Museo Mindszenty | La posa della prima pietra del Mindszentyneum | PD Museo Mindszenty | La posa della prima pietra del Mindszentyneum | PD

A Zalegerszeg arrivò come sacerdote e insegnante di religione. Lì fu arrestato durante il periodo della Repubblica Sovietica di sinistra. Lì tornò dopo l’arresto nel 1919. E lì fece costruire una chiesa, scuole e case di riposo per anziani, e fondò case di riposo per anziani. Insomma, il legame del Cardinale Josef Mindsznety con questa cittadina dell’Ungheria occidentale era fortissimo. E questa cittadina ha deciso di stabilire il Mindszentynaeum, un museo dedicato al cardinale apostolo della Chiesa del silenzio, e anche di istituire un pellegrinaggio a suo nome.

Dal 2019, il Cardinale Mindszenty è venerabile, e si attende il riconoscimento ufficiale di un miracolo per la beatificazione. Ma la sua memoria è molto viva in tutta l’Ungheria, la devozione per lui straordinaria. E lui, imprigionato, esule nella sua stessa terra e poi lontano, resta un simbolo, un apostolo della “Chiesa del silenzio”.

La prima pietra del Museo è stata posata lo scorso 6 luglio, alla presenza di Zsolt Semjen, vice Primo Ministro, che ha sottolineato come “la vita di Josef Mindszenty è stata ed è una bussola morale”. Per l’allestimento del Museo, sono stati stanziati fondi statali da un fondo per il restauro della città per oltre 23,5 milioni di euro. Alla posa della prima pietra c’era anche il Cardinale Petr Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest, e il vescovo Janos Szekely di Szombbathely.

Il costituendo museo sarà anche un punto di riferimento importante per la cosiddetta “Mindszenty Way”, il pellegrinaggio dedicato a Mindszenty, e per questo la città diventerà parte della Marienpilgerweg, il percorso mariano che porta dal santuario di Csiksomlyo (Sumuleu Ciuc) in Transilvania, dove Papa Francesco è stato in visita nel giugno 2019, a Mariazell.

Quando Mindszenty arrivò a Zalaegerszeg, aveva ancora il nome di nascita Joseph Pehm. Era un cognome di origine tedesca, che cambiò nel 1941, in aperta protesta antinazista, per renderlo ungherese, derivandolo dal nome del suo villaggio natale.

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Dopo l’arresto ad opera del governo di Bela Kun, il Cardinale Mindszenty fu arrestato una seconda volta nel 1944, dai fascisti ungheresi e rimase prigioniero fino al 1945. In quell’anno fu nominato da Pio XII arcivescovo di Esztergom.

Nel 1948 fu arrestato dai comunisti e condannato all’ergastolo in un processo farsa.

Liberato durante la rivolta del 1956, Mindszenty si rifugiò nell’ambasciata americana a Budapest quando questa fu soppressa, e lì rimase per 15 anni. La Santa Sede ottenne per lui un salvacondotto grazie al quale poté viaggiare a Roma, e si stabilì a Vienna, dove morì nel 1975. Inizialmente sepolto a Mariazell, il suo corpo è stato trasferito ad Esztergom nel 1991.

Il Cardinale Mindsenty è stato completamente riabilitato dal governo ungherese nel 2012, mentre la causa di beatificazione è aperta dal 1993.