“Dio ci ha salvato servendoci. In genere pensiamo di essere noi a servire Dio. No, è Lui che ci ha serviti gratuitamente, perché ci ha amati per primo. È difficile amare senza essere amati. Ed è ancora più difficile servire se non ci lasciamo servire da Dio”. Papa Francesco, stiamo a casa, stiamo davanti al Crocifisso, misura dell’amore di Dio per noi.
“Il distanziamento sociale richiesto per motivi sanitari, pur necessario, non può, né deve mai tradursi in distanziamento ecclesiale, né tantomeno in distanziamento teologico-sacramentale”.
In questi momenti di tribolazioni tante volte alla gente viene la possibilità di fare delle cose, tante cose buone ma anche non manche cha a qualcuno venga l’idea di fare qualche cosa non buona, approfittare del momento per se stesso e per il suo guadagno.
Un messaggio per tutte le famiglie del mondo, alla viglia di una celebrazione della Pasqua del tutto insolita il Papa prega per tutti i malati e i sofferenti, e chiede la generosità e la speranza.
“Possa anche oggi, all’umanità bisognosa di ritrovare la via della pace e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Bonaria.
L’Eucarestia come momento fondante dell’Argentina, l’Eucarestia come possibilità di unione oggi, in tempo di pandemia, quando ogni contatto fisico viene evitato. L’1 aprile si è celebrato in forma ristretta, per via dell’emergenza coronavirus, il cinquecentenario della prima Messa in territorio argentino.
“C’è gente che da adesso comincia a pensare al dopo, al dopo la pandemia. A tutti i problemi che arriveranno. Problemi di povertà, di lavoro, di fame. Preghiamo per tutta la gente che aiuta oggi, ma pensa anche al domani, per aiutare tutti noi”. Papa Francesco guarda già al dopo emergenza, e dedica a tutti quanti già stanno lavorando per il futuro la consueta Messa di Santa Marta del mattino, che per volontà del Papa viene mandata in diretta durante il tempo del coronavirus. E concentra la sua riflessione sui sette dolori della Madonna, cui ci si rivolge come “madre” e non come “quasi redentrice o corredentrice”.
Compassione e fraternità, sono queste le due virtù su cui si basa il messaggio di dialogo per la festività di Vesakh la festività più importante per i Buddisti.
La Colletta di Terra Santa quest’anno si svolgerà il 13 settembre, in prossimità della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. La decisione è stata approvata dal Papa. Ne dà comunicazione la Congregazione per le Chiese Orientali. Solitamente la Colletta ha luogo il Venerdì Santo.
“Questi giorni di dolore e tristezza evidenziano tanti problemi nascosti: sui giornali oggi c'è una foto colpisce il cuore, tanti senzatetto di una città sdraiati in un parcheggio. Tanti senzatetto ci sono oggi e chiediamo a Santa Teresa di Calcutta che risvegli in noi il senso della vicinanza a tante persone che nella società nella vita normale vivono nascoste come i senzatetto che nel momento della crisi si evidenziano così”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, aprendo la Messa quotidiana a Santa Marta.
Con una lettera inviata nei giorni scorsi ai capi dicastero della Curia Romana, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha inviato a tutti i dipendenti vaticani il ringraziamento di Papa Francesco, e quello suo personale, per il loro lavoro durante questo difficile periodo di pandemia. Ne dà notizia l’Osservatore Romano.
Beati i pure di cuore perchè vedranno Dio. E' questa la sesta beatitudine che il Papa spiega e analizza durante l'Udienza Generale odierna in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.
"Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, lavorano per comunicare oggi, perchè la gente non si trovi tanto isolata, per l'educazione dei bambini, per l'informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura".
"Preghiamo per coloro che sono senza fissa dimora, in questo momento in cui dobbiamo essere dentro casa: perchè la società si accorga di questa realtà e li aiuti e la Chiesa li accolga". Questa l'intenzione che il Papa ha voluto esprimere all'inizio della Messa mattutina a Santa Marta.
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina nella Biblioteca del Palazzo Apostolico il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Giuseppe Conte.
Due sono i rischi che la pandemia del Covid-19 porta con sé. Il primo: che l’emergenza sanitaria ci porti ad una insufficiente disponibilità di risorse, al punto che si potrebbe andare a decidere chi curare e chi no, basando così le decisioni su una differenza di valore della vita umana e della dignità di ogni persona. Il secondo: che il dato biologico prenda il sopravvento sulle scienze politiche, ovvero il rischio della biopolitica.
Papa Francesco avverte e mette in guarda i governi da un possibile "genocidio virale". Se i governi preferiranno tutelare l’economia piuttosto che difendere le loro popolazioni, sarà questo l’epilogo della pandemia. Il Papa scrive questo in una lettera inviata ad un magistrato di Buenos Aires, Roberto Andrés Gallardo, presidente del Comitato Panamericano dei giudici per i diritti sociali.
"Preghiamo oggi per tanta gente che non riesce a reagire, rimane spaventata per questa pandemia, che il Signore li aiuti a alzarci a reagire per il bene di tutta la società e comunità".
“Caro Papa Francesco, oggi ci saremmo incontrati ad Assisi per The Economy of Francesco”. Comincia così la lettera che i giovani partecipanti all’evento, che avrebbe dovuto raggruppare in questa settimana 2000 giovani da 115 Paesi. Un evento solo rinviato a novembre, per permettere a tutti di partecipare, dato che in molti non si sarebbero potuti muovere a causa dell’emergenza coronavirus.
“Senza Cristo, o al di fuori di Cristo, non solo non è presente la vita, ma si ricade nella morte”. Angelus della domenica ancora nel Palazzo Apostolico, per Papa Francesco, per evitare assembramenti nella piazza. Dopo l’Angelus, Papa Francesco si unisce anche all’appello per il “cessate il fuoco globale” lanciato delle Nazioni Unite ricordando la pandemia del coronavirus, e auspica che la pandemia del coronavirus faccia anche portare a tutti a riscoprire i legami come “membri dell’unica famiglia umana”.