I Salesiani, si sa, si occupano di formazione e anche di formare i formatori. E’ questo lo scopo e seminario di studio che si svolge a Roma con l’obiettivo di tracciare nuovi orizzonti di continuità fra formazione e lavoro.

Il CNOS-FAP che promuove il seminario è la Federazione salesiana che coordina in Italia attività di Formazione Professionale dei giovani curando la competenza dei propri formatori, l’elaborazione di studi, ricerche e sperimentazioni finalizzate al perfezionamento delle strutture formative sullo stile di D. Bosco. Sono più di cinquanta i centri di formazione sul territorio nazionale, circa 20.500 gli allievi con 1.598 corsi attivati per un totale di 702mila ore di formazione, soprattutto nei settori elettrico, meccanico, automotive, energia, grafica, turistico-alberghiero.

“Un capitale di esperienza che mettiamo a disposizione del nostro paese e dei nostri ragazzi”, afferma d. Enrico Peretti, direttore generale della Federazione CNOS-FAP. Una esperienza prossima ai quaranta anni, che, tuttavia, va aggiornata progressivamente, messa in rete e confrontata con le esperienze internazionali per renderla più efficace e rispondente alle esigenze dei nostri tempi.

Il seminario che si svolge nella struttura del Sacro Cuore a via Marsala a Roma, inizierà con i saluti di D. Enrico Peretti (Direttore Generale ), Massimiliano Sabbadini (Presidente CONFAP) e Paola Vacchina (Presidente FORMA). Successivamente Roberto Franchini (presidente di ENDO-FAP) presenterà il momento centrale dell’incontro, che vedrà il confronto fra il modello formativo anglosassone, affidato a David Nicoll (Presidente Trust delle Studio School) e il modello italiano, esposto da Arduino Salatin (preside dello IUSVE, istituto universitario salesiano di Venezia). Le conclusioni saranno tracciate all’On. Luigi Bobba, sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che indicherà alcune piste di collegamento istituzionale fra i due modelli formativi.