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Il vicario di Istanbul: "Qui per riconfermare l'unione con Roma"

Ruben Tierrablanca | Il vescovo Ruben Tierrablanca, Vicario Apostolico di Istanbul | Daniel Ibanez / ACI Group Ruben Tierrablanca | Il vescovo Ruben Tierrablanca, Vicario Apostolico di Istanbul | Daniel Ibanez / ACI Group

Un seminario per allargare lo sguardo a tutte le realtà della Chiesa, rendersi conto della sua universalità, riconfermare l’unione con Roma e con il Papa: padre Ruben Tierrablanca, dal 16 aprile vicario apostolico di Istanbul, descrive così il seminario per i nuovi vescovi cui lui ha partecipato, insieme ad altri 155 colleghi la scorsa settimana.

“Quando ci guardiamo intorno, percepiamo l’universalità della Chiesa. Veniamo da tante parti del mondo, molti di noi sono di rito orientale, abbiamo tradizioni differenti. Ma tutti insieme ci rendiamo conto che la Chiesa è davvero una”, dice il vescovo Tierrablanca.

Cappuccino, in Turchia dal 2003, preferisce il titolo di “padre” a quello di “eccellenza”, e guida una piccola comunità di cattolici che ad Istanbul è dintorni non solo è la minoranza, ma vive anche delle restrizioni che furono decise ai tempi dell’Impero Ottomano.

“Ma se è vero che non possiamo mostrare le facciate delle chiese sulle strade – dice padre Ruben – è vero che possiamo testimoniare con il nostro modo di vivere e di essere il fatto che siamo cristiani. Testimoniamo il Vangelo con gioia, e così anche gli altri, guardando il nostro modo di vivere, il nostro modo di essere, magari si avvicineranno ad una fede che non hanno mai conosciuto”.

Si tratta, in fondo, delle stesse indicazioni pastorali che sono state date ai vescovi di nuova nomina. Spiega padre Ruben: “Gli stessi titoli dei documenti di Papa Francesco rappresentano una chiara indicazione: Laudato Si, Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia. Ci viene chiesto di esprimere la gioia della fede, ogni momento”.

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Il corso per nuovi vescovi – in realtà due seminari, uno della Congregazione dei Vescovi e uno della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che mantiene la giurisdizione della nomina dei vescovi in terre di missione – si svolge dal 1994. È un seminario di studi che permette di imparare a conoscere meglio la realtà della Curia romana e il modo in cui rapportarsi con il governo della Chiesa universale, ma anche di ricevere indicazioni per come amministrare la diocesi e vivere nella diocesi.

“Ci hanno parlato della situazione attuale della Chiesa, ci hanno dato indicazioni sul metodo di lavoro da seguire e ci hanno anche dato linee guida di teologia e di teologia. Ma ci hanno anche parlato dell’amministrazione della diocesi e di come essere in relazione con il clero e con il popolo di Dio”, ha detto il vescovo Tierrblanca.

Di base, ha aggiunto, “c’era un chiodo fisso in tutti quanti hanno relazionato al seminario: sottolineare che la Chiesa è una e unica, e che non dobbiamo concentrarci solo sulle nostre Chiese locali, ma guardare sempre alla Chiesa nella sua interezza”.

Si è parlato anche della riforma della Curia, ma – sottolinea padre Ruben – “il vero punto è la riforma dei cuori, ci ha detto durante una Messa celebrata per noi dal Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano”.

In generale, è stata data una spiegazione “di come si stanno riformando i dicasteri, e di quali servizi i dicasteri danno. Come vescovi, spesso siamo tentati di rivolgerci alla Congregazione dei Vescovi o alla Congregazione per le Chiese Orientali o all’Evangelizzazione dei Popoli. Non pensiamo mai al ruolo di altri dicasteri, che pure è molto importante”.

E tra questi nuovi dicasteri, c’è la Segreteria per la Comunicazione, perché “quando vogliamo comunicare qualcosa, usiamo sempre i nostri bollettini parrocchiali, che non hanno grande audience. Ma possiamo rivolgerci alla Segreteria per la Comunicazione, che così può dare più risalto al nostro lavoro, che è poi il lavoro della Chiesa nel mondo”.

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