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La Gmg dopo Rouen, il numero 2 dei vescovi francesi: "Serve ora più che mai"

Monsignor Olivier Dumas Ribadeau | Monsignor Olivier Dumas Ribadeau, numero 2 della Conferenza Episcopale Francese, parla dell'uccisione di padre Jacques Hamel | Andrea Gagliarducci / ACI Stampa Monsignor Olivier Dumas Ribadeau | Monsignor Olivier Dumas Ribadeau, numero 2 della Conferenza Episcopale Francese, parla dell'uccisione di padre Jacques Hamel | Andrea Gagliarducci / ACI Stampa

Dopo Rouen, la Giornata Mondiale della Gioventù deve “svolgersi con più energia, perché i giovani ci mostrino il cammino della nostra Chiesa”. Lo sottolinea monsignor Olivier  Ribadeau Dumas, segretario generale della Conferenza Episcopale Francese, che da Cracovia lancia un messaggio per il futuro. Perché – afferma – “dobbiamo riconoscerci in questa nostra comunità, fissarci un orizzonte di pace, fratellanza, preghiera. Siamo radicati nella nostra fede in Cristo e crediamo che il male e la violenza non avranno l’ultima parola”.

Lo shock dei fatti di Rouen – dove un sacerdote, padre Jacques Hamel,  è stato ucciso al termine della Messa, altri fedeli sono stati aggrediti e uno di loro è in fin di vita – arriva fino alla Giornata Mondiale della Gioventù. La reazione del vescovo di Rouen – racconta monsignor Ribadeau Dumas – è stata quella di “raccogliere tutti i giovani che sono venuti qui alle Giornate Mondiali della Gioventù a costruire la civiltà dell’amore di cui aveva parlato Giovanni Paolo II”.

Domenica, per i cattolici francesi, sarà giorno di digiuno e di preghiera, su invito del vescovo Georges Pontier, presidente dei vescovi di Francia. Sottolinea monsignor Ribadaeu Dumas che “i cattolici sono scioccati da questa aggressioni barbare, la soluzione più facile sarebbe la vendetta. Ma la vendetta andrebbe a schiacciare ciò per cui viviamo. Noi viviamo grazie a Cristo e alla speranza. Noi siamo qui perché crediamo che la misericordia sia per tutti”.

Inevitabile parlare del problema dell’immigrazione. “Oggi – afferma Ribadeau Dumas – la società francese è composta di varie culture, che è una società molto variegata. Che lo accettiamo o no è un fatto. Ci accettiamo tutti reciprocamente, ci vogliamo conoscere gli uni gli altri. È una opinione condivisa anche dal rabbino capo di Francia e dai presidenti del Consiglio musulmano”.

Si tratta comunque di un tema importante, perché si deve “essere in grado di rispondere in modo realistico all’appello di Papa Francesco che ha invitato tutte le parrocchie europee ad aprire le porte ai migranti. Noi dobbiamo fare quanto possibile, assumere atteggiamento realistico. Dobbiamo accogliere il prossimo come si presenta. In questo modo la Chiesa e la società francese usciranno da questa crisi”.

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Domani – annuncia il numero 2 dei vescovi – il presidente della Repubblica François Hollande incontrerà i rappresentanti di tutte le religioni. Di certo – chiosa – “ciò che è successo in Francia era già successo in tanti Paesi. Muoiono cristiani nel mondo intero da mani piene di odio”.

E per questo serve la Gmg, oggi più che mai. Perché questo evento “è un invito a vivere la fratellanza cui siamo chiamati”.