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L'istituto De Merode a Roma, Casa della vita e gioiello architettonico

Il Collegio De Merode |  | Istituto De Merode
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Il Collegio De Merode |  | Istituto De Merode
Il Collegio De Merode | | Istituto De Merode
Il Collegio De Merode |  | Istituto De Merode
Il Collegio De Merode | | Istituto De Merode

L’intervento, che si è svolto sotto l’alta sorveglianza della competente Soprintendenza ai Beni Culturali, ha riguardato il consolidamento e il restauro del quadriportico del Collegio, oltre al ripristino della facciata di vicolo Alibert.

Attraverso indagini stratigrafiche e ricerche storiche, si è risaliti all’originaria colorazione bicroma perduta negli anni, ottenendo di ripresentare il cortile, completamente restaurato, con l’originale aspetto del 1885 voluto dal suo realizzatore, l’architetto toscano Ciriaco Salvadori Baschieri. I lavori di ripristino sono stati eseguiti dall’impresa di costruzioni generali SAICO S.r.l., guidata dall’ingegner Andrea Galoni, ex-alunno del Collegio.

Agorà degli incontri interni della vita dell’Istituto, da quelli più tranquilli degli scolari delle primarie a quelli più infuocati dei match della Stella Azzurra, la rappresentanza sportiva dell’Istituto, il quadriportico è anche platea di esibizioni ginniche, spazio di raccoglimento e preghiera per i caduti delle guerre usciti dalle leve del Collegio, salone per celebrazioni liturgiche, auditorium per concerti e aula magna per presentazioni e dibattiti culturali. “Siamo molto orgogliosi di questo restauro. Il quadriportico è il simbolo della nostra scuola. È un luogo di incontro e di cultura: è il cuore stesso dell’istituto posizionato al centro della Capitale”, ha affermato frère Alessandro Cacciotti, direttore del Collegio, in apertura di cerimonia, a cui sono intervenuti numerosi studenti ed ex-alunni con le loro famiglie. A tagliare con lui il nastro e a tracciare vicende personali e storiche della vita dell’Istituto sono stati proprio un ex-alunno famoso, l’attuale presidente del Coni Giovanni Malagò, e l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

“Venivo a scuola con piacere e mi divertivo - ha ricordato Malagò - e se ho combinato qualcosa di buono nella vita e nella professione lo devo agli insegnamenti ricevuti qui al De Merode, studiando molto e correndo sotto queste volte, cadendo anche spesso ma rialzandomi sempre”. Più sul filo della rievocazione storica l’intervento di Gianni Letta, un “testimone dell’opera di formazione qui praticata”. Dopo aver brevemente illustrato le vicende che portarono, a fine ‘800, alla creazione delle due istituzioni formative romane, il Collegio San Giuseppe (ex “Scuola Trevi” ed ex “Collegio Poli”) e l’Istituto De Merode, riunite nel 1927 sotto un’unica denominazione e oggi diretta dai Fratelli delle Scuole Cristiane, Letta ha ricordato i molti vincoli che legano l’Istituto a Roma e ai suoi cittadini. A cominciare dagli ex alunni famosi, dallo scomparso direttore del Messaggero Pietro Calabrese all’ex sindaco della Capitale Ignazio Marino, fino a Trilussa, poeta amatissimo e cantore della romanità del ‘900, del quale ha letto con gusto alcuni sonetti, per poi soffermarsi sul ruolo cruciale svolto dall’Istituto durante il fascismo, ospitando e proteggendo numerosi ebrei.

Proprio per questo motivo, dal febbraio di quest’anno la struttura diretta dai religiosi lasalliani è insignita del titolo di “House of life”, “Casa di vita”, la targa assegnata dalla Fondazione Wallenberg  ai luoghi fisici e alle istituzioni che salvarono i perseguitati dall’odio razziale. Un’opera silente meritoriamente portata avanti senza tentennamenti dall’allora direttore, il professor Sigismondo Ugo Barbano, proclamato a maggio di quest’anno “Giusto fra le Nazioni” e ricordato con una commovente cerimonia nell’auditorium dell’Istituto alla presenza dei suoi familiari e di quanti lo conobbero.  

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