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Armenia, la visita del Papa alle sorgenti della fede cristiana

Papa Francesco abbraccia il Catholicos Karekin II al termine della celebrazione per i fedeli di rito armeno nella Basilica Vaticana, 12 aprile 215 |  | Osservatore Romano Papa Francesco abbraccia il Catholicos Karekin II al termine della celebrazione per i fedeli di rito armeno nella Basilica Vaticana, 12 aprile 215 | | Osservatore Romano

Come la Chiesa Cattolica in Armenia si prepara ad accogliere il Pontefice? Qual è la situazione nel Paese? Quali sono la realtà che operano nella Chiesa armena? Padre Krikor Badichac, vicerettore del Collegio Armeno Pontificio, prova a dare le necessarie coordinate per comprendere l'Armenia, e cosi prepararsi al meglio al prossimo viaggio del Papa nella nazione, dal 24 al 26 giugno.

Alla fine del 1992 la comunità armena cattolica viene ufficialmente riconosciuta in Armenia con leggi basate sui diritti umani e poi dal 2000 viene riconosciuta la Chiesa Armena e da qui può iniziare anche la sua realtà sociale.

“Dal punto di vista sociale la Chiesa armena cattolica è una realtà vivace – commenta padre Badichac – che agisce principalmente tramite le opere di assistenza di tre protagonisti: la Caritas Armena, l’ospedale donato da Giovanni Paolo II e a lui intitolato (è l’unico ospedale qualificato gratuito ) e le Suore, fondate da Madre Teresa,nate nel 1989 dopo il terribile terremoto che colpì l’Armenia”. Padre Badichac spiega il ruolo importante di queste suore: “Si occupano dei bambini nati con malattie gravi, questi bambini sono destinati alla morte e loro se ne prendono cura nella loro casa di solidarietà”.

Poi il vice rettore prosegue parlando di un’altra congregazione importante in Armenia, le Suore Armene dell’Immacolata Concezione:” Fondata nel 1846 a Costantinopoli con il preciso intento di provvedere all’istruzione e all’educazione, la congregazione si dedicò soprattutto alle fanciulle povere armene e le aiutarono durante il genocidio armeno, consolarono e soccorsero le famiglie bisognose e mandarono 400 orfanelle nella villa di Pio XII a Castel Gandolfo”.

“Con l’indipendenza dell’Armenia nel 1991 – spiega padre Badichah -  si realizza il sogno delle suore armene e questo apre un campo grandissimo per le suore che proseguono il loro operato con tante attività: ogni anno organizzano un “summer camp” e l’obiettivo è quello di fornire un ambiente di apprendimento e portare gioia a 800 giovani orfani, di 8-14 anni, provenienti da tutta l’Armenia. Il campo si fa anche catechismo, ci si dedica allo sport, alla fratellanza, per provare a diminuire l’impatto forte della povertà nella loro vita. Le suore armene hanno anche un centro educazionale, un centro sociale educativo, sicuramente Papa Francesco avrà qualche minuto per visitarlo.  Il centro si impegna a creare un ambiente il cui bambino sviluppa le sue attività: fisiche, mentali, ecc …e offre tutti i mezzi necessari a questi ragazzi, fornisce cibo, libri, tutto gratuitamente”.

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“La fede in Armenia è ancora viva – rassicura il vicerettore – gli anziani raccontano con le lacrime le memorie terrificanti del passato, ma rendono grazie al Signore per i doni che ricevono dalla Chiesa e guardano con fiducia al futuro dei loro bambini”.

Riguardo la visita del Papa, Padre Badichah dice: “Si tratta di un pellegrinaggio alle sorgenti della fede, il popolo armeno fu il primo popolo ad abbracciare il cristianesimo come religione di stato nel 301, dunque è la visita del Santo Padre alla prima nazione cristiana ed è una visita di natura ecumenica”.