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Bertone: facciamo felice Francesco, leggiamo la Bibbia

Papa Francesco con la Bibbia in mano |  | pd Papa Francesco con la Bibbia in mano | | pd

Il 2016 per la Polonia è un anno ricco di eventi. Non solo si celebra il 1050° anniversario del Battesimo della Nazione, ma tra pochi giorni  la Giornata Mondiale della Gioventù porterà a Cracovia milioni di persone e proprio quest’anno ricorre il centenario della morte di un grande scrittore cattolico: Henryk Sienkiewicz.

Occasioni per riflettere sul ruolo della cultura cattolica che il cardinale Tarcisio Bertone, da buon salesiano, non si è lasciato sfuggire.

In un suo viaggio in Polonia nei mesi scorsi ha offerto una riflessione agli editori cattolici ricordando il ruolo delle “biblioteche” come “cliniche dello spirito”.

“Credo - ha detto il cardinale, segretario di stato emerito- che gli Editori Cattolici nella loro comune e costante tradizione si adoperino per arricchire le biblioteche affinché diventino sede dello spirito nella forma più nobile ed alta. E perciò anche oggi bisogna battersi per la libertà religiosa anche come libertà di opinione, per far sì che si possa, attraverso i libri, trasmettere quel respiro dell’anima che dà senso alla vita, fomenta la comunione e la fraternità, nutre la speranza”.

E proprio Sienkiewicz è stata un esempio di “risveglio della coscienza nazionale” ha detto il cardinale:  “è stato uno degli scrittori più popolari e un coraggioso figlio della Polonia indomita, sempre capace di risorgere anche nei momenti più bui della sua storia. Egli ha incantato generazioni di lettori con il suo romanzo “Quo vadis” che anch’io ho letto avidamente nella mia giovinezza. Ma in generale con le sue pubblicazioni e la sua attività culturale risvegliava la coscienza nazionale, l’amore per la Patria e la capacità di sacrificio per ricostruire il futuro”.

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Bertone ha legato questa coscienza con la concezione della “teologia del popolo” propria dell’Argentina e  del Cardinal Jorge Bergoglio, diventato Papa Francesco. “Ad esempio - ha detto Bertone- nel ricorso al concetto di Nazione o nell’enfasi sulla dimensione dinamica, processuale e storica” come si legge anche nella Evangelii guadium.  “In questa impostazione - prosegue il cardinale- la sottolineatura delle caratteristiche di un popolo, storia comune, stile di vita o cultura comune e progetto di bene comune, non è un modo per sopprimere pluralismo e differenze, ma per dare evidenza alla volontà di vivere insieme e di agire di conseguenza; il popolo è concepito come “soggetto e autore comunitario di una storia e di una cultura comune, di azione e di passione nella storia”  Questi principi e questo processo acquistano una nuova portata quando il Papa li propone alla Chiesa Universale e all’intera umanità, nelle sue encicliche Evangelii Gaudium e Laudato si”.

 

L’invito agli editori cattolici del cardinale salesiano, sulle orme di Papa Francesco,  è “dare spazio ai problemi e alla creatività dei giovani, vittime e protagonisti insieme del nostro mondo globalizzato. Se al Sud del mondo i giovani, che sono straripante maggioranza, premono alle frontiere della cultura, del lavoro e della politica, non meno in Polonia e in Europa chiedono aiuto, prospettive di futuro e cittadinanza attiva”.

Raccomandazioni che erano erano presenti nel magistero di Benedetto XVI che nella Esortazione apostolica “Africae munus” del 2011 scriveva: “Cari giovani, stimoli di ogni genere possono tentarvi: ideologie, sette, denaro, droga, sesso facile, violenze […] Siate vigilanti: quanti vi fanno tali proposte vogliono distruggere il vostro futuro! Nonostante le difficoltà, non lasciatevi scoraggiare e non rinunciate ai vostri ideali, all’impegno e all’assiduità nella formazione umana, intellettuale e spirituale! Per acquisire il discernimento, la forza necessaria e la libertà di resistere a simili pressioni, vi incoraggio a mettere Gesù Cristo al centro di tutta la vostra vita mediante la preghiera, ma anche attraverso lo studio della Sacra Scrittura, la pratica dei Sacramenti, la formazione alla Dottrina sociale della Chiesa, come pure con la vostra partecipazione attiva ed entusiasta ai gruppi e ai movimenti ecclesiali”.

Sacra Scrittura, la Bibbia, qual libro che come racconta Papa Francesco in una lettera ai giovani “è un libro vecchio e sciupato” : “Potreste anche regalarmene una nuova- dice Francesco- magari anche una da 1.000 euro: no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo di lei e per niente al mondo la darei via”. … “Voglio dirvi una cosa: oggi, ancor più che agli inizi della Chiesa, i cristiani sono perseguitati; qual è la ragione? Sono perseguitati perché portano una croce e danno testimonianza di Cristo; vengono condannati perché possiedono la Bibbia. Evidentemente la Bibbia è un libro estremamente pericoloso, così rischioso che in certi Paesi chi possiede una Bibbia viene trattato come se nascondesse nell’armadio bombe a mano!” … “Avete dunque tra le mani qualcosa di divino: un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia non è fatta per essere messa su uno scaffale, piuttosto è fatta per essere tenuta in mano, per essere letta spesso, ogni giorno, sia da soli sia in compagnia.” … “Volete farmi felice? Leggete la Bibbia” .

Conclude il cardinale: “Facciamo felice Papa Francesco, ma siatene certi, così faremo felici anche noi”.

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