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Cosa finanzia la Colletta Pro Terra Sancta?

Basilica dell'annunciazione | La basilica dell'Annunciazione di Nazareth | AG / ACI Stampa Basilica dell'annunciazione | La basilica dell'Annunciazione di Nazareth | AG / ACI Stampa

Se in questo anno si sono potute riscoprire le meraviglie dei dipinti di angeli bizantini nella Basilica della Natività a Betlemme, e se è stata restaurata la tomba del Cristo Risorto, si deve anche alla Colletta Pro Terra Sancta, nonché ad una donazione speciale della Santa Sede. Il modo in cui sono stati distribuiti i fondi è spiegato in un rapporto pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Prima, un po’ di storia. La Colletta avviene durante il Venerdì Santo, ed è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi. È lo strumento voluto dai Papi per testimoniare in maniera concreta il legame tra i cristiani del mondo e i Luoghi Santi, e stabilito con precisione in favore della Terrasanta dallo statuto “Nobis in Animo” che il Beato Paolo VI promulgò nel 1976.

Quali le attività portate avanti dalla Custodia di Terra Santa attraverso la colletta? Quella di custodire i Luoghi Santi, favorire la presenza cristiana, fare attività di solidarietà e mantenere strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. Beneficiano della Colletta i territori di Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia e Iran.

Si legge in una lettera del Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, firmata nel mercoledì delle Ceneri, che “vivere oggi la fede cristiana in Medio Oriente, lo sappiamo, non è affatto facile. Non lo è specialmente in Iraq, in Siria e in Egitto, dove le comunità cristiane hanno fatto esperienza dell’ecumenismo del sangue e dove i singoli fedeli devono lottare ogni giorno contro la tentazione di abbandonare la propria terra o addirittura la propria fede. Non lo è nemmeno negli altri Paesi della Regione, dove spesso i cristiani si trovano sottoposti a forme di oppressione e di discriminazione che minano giorno dopo giorno le loro condizioni di vita”. 

La lettera sottolinea quindi che “la piccola presenza cristiana in Medio Oriente ha perciò bisogno di sentire il sostegno e la vicinanza di tutta la Chiesa”.

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Il rapporto presentato riguarda quello che riceve la Congregazione delle Chiese Orientali. Spiega infatti il rapporto che “Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve la parte maggiore della Colletta, mentre ciò che rimane alla Congregazione per le Chiese Orientali serve per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale, i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente” .

Qualche cifra: nel biennio 2015-2016, la Congregazione ha ricevuto 5.275.601,56 dollari e 1.833.339,20 euro.

3.181.000 dollari e 900 mila euro sono stati destinati alla formazione e 3 milioni 50 mila dollari sono stati invece destinati ai sussidi per l’attività scolastica, una somma aumentata tenendo conto dell’emergenza rifugiati che arrivano in Terrasanta da Iraq e Siria. Il rapporto mette in luce in particolare l’operato della Bethlehem University, gestita dai Lasalliani, dove “quasi 3000 giovani, la maggior parte palestinesi musulmani, vengono formati intellettualmente e umanamente con la speranza di impegnarsi nella costruzione di un Paese dove regni rispetto reciproco e dove sia preservata la dignità umana”.

Un totale di 838 mila dollari e 20 mila 723 euro è stato destinato ai sussidi straordinari e alle emergenze, causate in particolare dalle atrocità dell’autoproclamato Stato Islamico nella regione.

Poi, ci sono gli interventi di valorizzazione delle aree archeologiche e dei santuari.

Tra le opere rivolte ai pellegrini, c’è appunto il restauro della tomba del Risorto a Gerusalemme, così come le migliorie e le ristrutturazioni ai siti dell’Orto degli Ulivi e del Getsemani, al Convento di San Salvatore, ai santuari di Betania e Betface. E poi, i restauri della Basilica della Natività di Betlemme, che portano alla luce nuovi tesori, e i lavori di miglioramento a Cafarnao, la città di Gesù, a Ain Karem, da dove veniva Giovanni Battista, ad Emmaus, a Nazareth, sul monte Nebo e sul Tabor.

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I fondi sono serviti anche a istituire 390 borse di studio universitarie per la durata di 4 anni, distribuite nelle diverse Università (Betlemme, Un. Ebraica, Bir Zeit, Amman) e178 sussidi per studenti in difficoltà; il sostegno a 10 imprese artigiane, i laboratori per la ceramica e Betlemme e un commercio di artigianato locale a Gerusalemme.

Poi, la famiglia: a Betlemme prosegue il progetto per il consultorio familiare parrocchiale, rivolto a più di 20 ragazzi (età 6-12), provenienti da famiglie in difficoltà; assistenza medica per le famiglie in gravi difficoltà economiche; ristrutturazione delle case appartenenti alle famiglie più bisognose.

Molte le ristrutturazioni di scuole, mentre a Gerusalemme, Continua il lavoro di ristrutturazione delle case della Città Vecchia con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei residenti: ristrutturazione completa di 7 abitazioni (4 nel 2015, 3 nel 2016); ristrutturazione parziale di 6 abitazioni (2 nel 2015 e 4 nel 2016); ristrutturazione degli involucri esterni di 5 edifici.

A Gerico, infine, è stata terminata la realizzazione di un edificio che garantirà circa 460 metri quadrati per le attività della parrocchia.

Grande aiuto è stato fornito in Siria, Giordania e Libano. In particolare, in Giordania sono state messe a disposizione alcune sale per un gruppo di donne rifugiate irakene presso il Seminario adiacente al Collegio di Terra Santa Aiuto ad alcune famiglie dei campi profughi; in Librano 35 famiglie irachene sono accolte a Deir Mimas e Harissa, in attesa dei visti per emigrare, mentre 50 bambini iracheni e siriani sono stati aiutati a frequentare la scuola; in Siria, nelle parrocchie della Custodia di Aleppo, Damasco, Knayeh, Yakoubieh e Latakieh sono continuate e rafforzate le attività dei centri di emergenza, con un particolare aiuto al centro di emergenza di Aleppo presso la parrocchia di san Francesco, dove il bisogno della popolazione cristiana, ma non solo, è stato maggiore.

In tutto, sono state riparate 120 abitazioni; 85 famiglie sono state aiutate mensilmente per pagare l’affitto; 1.650 famiglie hanno ricevuto mensilmente cibo ed altri articoli di prima necessità; 540 famiglie/mese hanno ricevuto acqua presso le loro case; 440 persone/mese aiutate nel sostenere le spese di prima necessità; 840 famiglie/mese hanno goduto di un aiuto economico per accedere alla fornitura di elettricità; 480 studenti di scuola primaria e secondaria sono stati aiutati a frequentare la scuola coprendo le rette scolastiche.

È stata compiuta anche attività di sostegno all’ospedale Al Rajaa di Aleppo, che ha una capienza di 60 posti letto ed appartiene alla Custodia di Terra Santa, attraverso: riabilitazione del 2° piano (12 stanze per 24 letti); fornitura di apparecchi medicali necessari; sostegno alle cure mediche e di ospedalizzazione per 90 pazienti indigenti. A RODI COS Aiuti in generi alimentari e di prima assistenza ai rifugiati che transitano per il centro di accoglienza temporanea di Rodi e quello di Cos.

La colletta è servita anche per pagare gli stipendi di circa 1300 impiegati in 80 santuari, 15 scuole, 25 parrocchie, 4 Case Nove per pellegrini e attività varie.

Infine, il contributo della Santa Sede: 500 mila dollari per il restauro della Natività, 500 mila dollari stanziati per il restauro del Santo Sepolcro, da erogare solo dopo che le comunità titolari dello Status Quo avranno costituito di comune accordo un apposito Comitato.