Advertisement

Dalle diocesi, verso il sinodo dei giovani con il logo ufficiale

Il Logo del Sinodo dei Giovani | Public Domain | Il Logo del Sinodo dei Giovani | Public Domain |

In vista del percorso estivo verso il Sinodo dei Giovani, sono a disposizione i loghi che possono essere apposti sulle iniziative legate al cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo 2018.

Si tratta di due versioni dello stesso logo: una, verde, sta ad indicare il tempo dei cammini; l'altra, blu, indica l'appuntamento del'11 e 12 agosto a Roma, spiega l’Ufficio Cei della pastorale giovanile sottolineando che dal 2 al 10 agosto tantissimi saranno i pellegrinaggi in tutta Italia che “daranno vita a un grande cammino dei giovani che si metteranno in strada con i loro sogni, le loro domande, la loro fede, per giungere tutti insieme a Roma”. Il ritrovo è al Circo Massimo, l’11 agosto, per la veglia con papa Francesco e per “vivere una notte bianca nel cuore di Roma tutti insieme. Si farà festa con musica, spettacoli e incontri. Il pellegrinaggio di tutti si concluderà alla tomba di Pietro, il giorno successivo, per celebrare l’Eucarestia e per essere confermati nella propria fede”. E al Sinodo diocesano dei giovani guarda anche la diocesi di Cremona. Questa settimana, l’inserto natalizio del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”, è dedicato appunto a questo tema, il Sinodo dei giovani della Chiesa cremonese, che entra nella sua seconda fase, quella decisiva. Guardando anche al cammino della Chiesa universale verso il Sinodo dei Vescovi 2018, che avrà a tema ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’, “tutti – scrive il vescovo, mons. Antonio Napolioni - noi ci mettiamo insieme sulla strada, giovani e adulti, per andare incontro al futuro che il Cristo Signore ci prepara. La contemplazione del Dio Bambino ci invita anche quest’anno a diventare una ‘Chiesa in uscita’, che non ha paura degli uomini, degli altri, delle sfide della storia”. Da gennaio, informa il vescovo, si formerà l’Assemblea Sinodale, rappresentativa di tutte le comunità ed esperienze vive nel territorio, per vivere le “5 tappe dell’approfondimento, del dibattito, per individuare le strade del futuro, su cui chiedere anche ai credenti adulti e alle Istituzioni ecclesiali un cambio di passo e di atteggiamento”.

L’esperienza “insegna – prosegue il presule - che, spesso, i giovani intuiscono con grande anticipo le scelte da compiere per non essere emarginati dalla storia, e che purtroppo altrettanto spesso non vengono ascoltati. Chiedo a tutte le comunità di pregare spesso, e particolarmente in ogni Zona alla vigilia delle Assemblee Sinodali, per non cadere ancora in questo drammatico errore”. Giovedì di questa settimana sono stati i vescovi della Toscana a rivolgersi ai giovani con una lettera e l’invito ad essere “coraggiosi e appassionati! reclamate quello che vi spetta! sognate alla grande! ingaggiateci nel dialogo e nelle relazioni! sfidateci alla coerenza! spingeteci al viaggio!”. “Le misure sociali di sostegno ai giovani - scrivono i presuli - sono poche e deboli e sono ormai moltissimi quelli che scelgono di lasciare il nostro Paese in cerca di un futuro migliore”. Di fronte a questa situazione, prosegue la lettera, «porre di nuovo con forza il tema dei giovani e del lavoro, del loro diritto non solo ad avere un'occupazione, ma a poter far crescere i propri talenti e a contribuire all'edificazione di una società migliore, è una questione di giustizia. Investire sulle politiche giovanili, individuare strumenti adeguati per la formazione e per l'avviamento al lavoro dei ragazzi diventa una sfida per la tenuta democratica e costituzionale del nostro Paese”. Sul rapporto tra i giovani e la fede, i vescovi toscani riconoscono che molti ragazzi “non frequentano ormai più le nostre parrocchie. Per questo, oggi non basta più aspettarli. Siamo, piuttosto, chiamati al viaggio, alla ricerca”. Da qui l’auspicio che aumentino nelle parrocchie le iniziativa pastorali dedicate ai ragazzi, che “si rinnovino i linguaggi, si moltiplichino i luoghi di riflessione condivisa sugli strumenti, si scelgano segni semplici e un modo di comunicare alla loro portata, capace di raggiungerli”.

E, in preparazione al Natale  l’Ufficio per la Salute della diocesi di Brescia organizza una Santa Messa oggi pomeriggio presso l’abbazia Olivetana di Rodengo Saiano con possibilità del sacramento dell’Unzione degli ammalati. Nella diocesi di Termoli-Larino domani, , terza domenica di Avvento, una raccolta fondi destinata al sostegno concreto dei detenuti. Oltre alla raccolta le comunità parrocchiali autonomamente possono decidere di raccogliere anche beni di prima necessità. Ieri, il vescovo di Bolzano-Bressanone, mns. Ivo Muser insieme a don Robert Anhof, incaricato per l’assistenza religiosa ai carcerati, ha celebrato una Celebrazione della Parola

con i detenuti del carcere di Bolzano, con il personale, i numerosi volontari e i sostenitori. Se si entra nel carcere fanno impressione le tante porte che caratterizzano questa struttura: porte chiuse, porte sbarrate, porte che si aprono, porte che si chiudono. L’immagine della porta è stato il nucleo dell’omelia del presule: “Nella notte di Betlemme Dio si fa uomo e bussa alla porta del mondo. Lo fa con la delicatezza e la fragilità di un bambino. E questo Dio continua a bussare alla porta del cuore di ogni uomo”, ha sottolineato mons. Muser, aggiungendo che nel Natale si celebra il mistero di una porta che dal cielo si apre sul mondo. “Impariamo da Dio a bussare alla porta del cuore delle persone che ci vivono accanto – ha detto il vescovo – e impariamo a bussare, nella preghiera, alla porta del cuore di Dio. Non abbiamo paura di chiedere che ci doni la sua luce e la sua pace”.  Al termine della celebrazione mons. Muser ha dedicato molto tempo al colloquio e all’ascolto dei detenuti, esprimendo così la sua vicinanza; si è intrattenuto anche con il personale del carcere e con i volontari, ringraziandoli per il loro servizio.

Advertisement

A Firenze l’invito del cardinale Giuseppe Betori  a fare il presepe e a riconoscere “Gesù in ogni persona”. E nel capoluogo toscano torna l’iniziativa “Capannucce in Città”, che recuperando l’antico insegnamento di San Francesco, incoraggia a vivere il Natale ripartendo dal Presepe, il simbolo che aiuta a comprendere il mistero dell’Incarnazione. Una tradizione da celebrare in famiglia, parrocchia o scuola insieme ai bambini: tutti saranno premiati nella cerimonia del 5 gennaio alle 16 nella chiesa di San Gaetano in via Tornabuoni a Firenze. Proprio ai bambini si rivolge il card. Betori con una lettera nella quale sottolinea che “la presenza del presepe nelle nostre case, ma anche in parrocchia, nelle scuole, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, ci ricorda la presenza di Gesù, il Dio fatto uomo, in mezzo a noi. Gesù è sempre presente, anche dove non lo vediamo. Anche nei luoghi di sofferenza, anche tra chi sembra essersi dimenticato di lui, anche dove le persone sono troppo distratte dallo studio, dal lavoro, dagli impegni di ogni giorno per riconoscerlo”, scrive. Il porporato ricorda che la Chiesa fiorentina ha intrapreso, in questi mesi, “un cammino” che si chiama “cammino sinodale”: vuol dire, spiega, “strada da fare insieme” con l’obiettivo di “andare a cercare la presenza di Gesù in ogni luogo. Anche voi, bambine e bambini, potete partecipare a questo cammino cercando di riconoscere Gesù nelle persone che avete intorno, nei vostri familiari, negli amici, ma anche in quelle che non conoscete. Così facendo, porterete a tutti la Gioia del Vangelo, quella gioia vera di cui il nostro mondo oggi ha tanto bisogno”.

Natale solidale a Ragusa dove il vescovo, mons. Carmelo Cutitta ha inaugurato l’Ambulatorio Solidale. Un’iniziativa pensata tempo fa e nata dalla collaborazione  tra l’Ufficio Caritas,  l’Ufficio di Pastorale della salute, l’Ordine dei Medici e dei Farmacisti e il Rotary di Ragusa, che finalmente si è concretizzata grazie a don Gino Ravalli, parroco della parrocchia di San Pietro, il quale ha messo a disposizione i locali parrocchiali che ospiteranno il laboratorio.

“Purtroppo ci sono molte famiglie che vengono da noi in punta di piedi – dice don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute – con un  filo di vergogna a chiedere aiuto e cure. L’ambulatorio solidale vuole essere uno ‘sportello di ascolto sanitario’ con funzione di consulenza e orientamento per tutte quelle persone che non sanno come accedere ai servizi ambulatoriali o non possono permettersi il pagamento di visite specialistiche urgenti”.

Sempre in vista del Natale la Pastorale dello sport della diocesi ragusana promuove, il 19 dicembre, l’evento “Natale degli sportivi”. “In occasione del Santo Natale – spiega il direttore dell’Ufficio di Pastorale dello sport, don Giovanni Piccione – vogliamo ritrovarci con tutti gli sportivi della provincia a celebrare e condividere un momento significativo. Siamo accomunati sia dallo sport – che aiuta gli ambiti della vita umana e spirituale – sia dalla fede, che dà senso al nostro vivere. Fede e sport sono un binomio per la crescita integrale della persona”. Il programma dell’evento prevede alle ore 18, l’accoglienza nella cattedrale S. Giovanni Battista a Ragusa; alle 18.30 l’incontro del vescovo mons. Cuttitta con gli sportivi. Seguirà la celebrazione della Messa in preparazione al Natale. Alle ore 19.30 la camminata sportiva per i tre ponti di Ragusa. Al termine scambio degli auguri e brindisi in piazza San Giovanni.

In Campania, nella diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, il vescovo mons. Giuseppe Giudice ha presentato giovedì di questa settimana la Lettera di Natale 2017 in un scuola a Pagani. Mons. Giudice è  ritornato in una scuola per incontrare i bambini e consegnare loro il messaggio da vivere e approfondire in questo periodo. “Attraverso i più piccoli, grazie al loro entusiasmo e stupore, intende raggiungere le famiglie, le comunità parrocchiali, l’intera popolazione”, si legge in una nota della diocesi. Il titolo della Lettera è “Ci sono in cielo tutte le stelle”. Si tratta di “un dialogo tra un bambino con i suoi mille perché e i suoi nonni. A loro chiede com’era e cosa significava una volta il Natale. Viene fuori uno spaccato interessante, dove il ricordare non è un rimuginare ma un rimandare al cuore”. “L’approccio intergenerazionale – spiega mons. Giudice –, attraverso il racconto tra nonni e nipote, consente di non perdere la tradizione. Nel racconto dei nonni si coglie l’attualità del Natale, a loro è affidato un grande compito educativo. Si comprende che il presepe non è qualcosa che si mette quando tutto va bene; ci ricorda che il nostro posto è vicino a Gesù, ma stando in mezzo alle persone”.

E in vista del Natale una speciale iniziativa, promossa dalla Polizia di Stato / Questura di Venezia e dal Patriarcato di Venezia con particolare riferimento alle parrocchie della Terraferma mestrina: si tratta di una capillare campagna di informazione e sensibilizzazione contro truffe e furti che vengono compiuti soprattutto ai danni degli anziani.

More in Italia

Ai parroci e alle parrocchie dei vicariati di Mestre, Carpenedo, Favaro-Altino, Castellana, Marghera e Riviera è stata, infatti, trasmessa dal vicario episcopale don Danilo Barlese una breve comunicazione contenente alcuni consigli e suggerimenti che potrà essere pubblicata sui bollettini parrocchiali o affissa nelle bacheche in chiesa, nei locali parrocchiali e in patronato oppure letta in chiesa al termine delle Messe domenicali o ancora trasmessa - utilizzando i diversi “canali” disponibili - ai vari gruppi anziani e/o di catechesi e di volontariato che potrebbero essere più direttamente interessati e coinvolti (non solo gli anziani, peraltro, ma anche i giovani e gli adulti che possono essere loro familiari o vicini). Nel contesto di tale iniziativa, alcuni rappresentanti della Polizia di Stato / Questura di Venezia si sono anche resi disponibili per essere presenti - tra oggi e domani - in alcune delle chiese parrocchiali della Terraferma per rivolgere così direttamente una breve comunicazione ai fedeli al termine di alcune Messe domenicali, nell’intento appunto di far crescere l’attenzione e la sensibilizzazione al riguardo.

 In questo tempo anche alcune diocesi italiane che hanno voluto ripetere il gesto di affidamento a Maria come è successo nella diocesi di Cesena-Sarsina e a Jesi. “A Fatima, la Vergine ha richiamato gli uomini alla gravità del peccato perché ha voluto ricordarci che lontano da Dio l’uomo non può che distruggersi”, ha detto il vescovo mons. Giovanni Rocconi: “con questo spirito consacriamo la diocesi a Maria Santissima: non è un gesto autonomo rispetto al Battesimo ma è rinnovare la volontà di vivere la vita nuova che nel Battesimo trova la sua sorgente, è guardare a Maria come modello di vita, Lei che è la vergine fedele, la vergine orante, la vergine del silenzio e della carità, la vergine schiava del suo Signore”.

Questa settimana a Bologna il secondo anniversario dell’ingresso dell’arcivescovo mons. Matteo Zuppi avvenuto il 12 dicembre 2015. “Da quel giorno l’arcivescovo Matteo ha voluto lasciarsi pienamente coinvolgere dalla situazione geografica e storica della nostra Chiesa, rendendosi presente ovunque, per conoscere, ascoltare e creare relazioni, con una instancabile disponibilità all’incontro e al dialogo”, si legge in un editoriale del settimanale diocesano “Bologna Sette”, allegato domenica al quotidiano “Avvenire”. Ad Acerra, invece, i funerali di mons. Antonio Riboldi , un “pastore secondo il cuore di Cristo”, come ha detto il vescovo mons. Di Donna, che per ventuno anni, dal 1978 al 1999, ha guidato la diocesi campana, morto all’età di 94 anni.