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Egitto, il Papa implora che i cuori induriti dall'odio rinuncino alla violenza

Una foto dell'attentato  |  | pd Una foto dell'attentato | | pd

Il Papa è “profondamente addolorato dall'apprendere la grande perdita della vita causata dagli attacchi terroristici alla moschea Rawda nel Nord Sinai.

Nell'esprimere la sua solidarietà con il Popolo egiziano a quest'ora di lutto nazionale, affida le vittime alla misericordia del Dio Altissimo e invoca le benedizioni divine di consolazione e pace sulle loro famiglie. Rinnovando la sua ferma condanna di questo atto di brutalità sfrenato diretto contro civili innocenti riuniti in preghiera, Sua Santità si unisce a tutte le persone di buona volontà per implorare che i cuori induriti l'odio imparino a rinunciare alla violenza che porta a tanta sofferenza per abbracciare il via della pace”.

E’ questo il telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato inviato a seguito dell’attentato in cui hanno perso la vita  almeno 235 persone e sono rimaste ferita altre 130.

Un massacro perché i militanti islamisti hanno fatto esplodere una bomba durante la preghiera del venerdì nella moschea al Rawadah, nella città di Bir al-Abed, e poi hanno aperto poi il fuoco.

La moschea era legata alla corrente mistica sufi.

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Si tratta del più grave attentato avventuo nella lunga scia di violenze contro le comunità religiose non-islamiche o che predicano un tipo di islam diverso da quello sunnita ufficiale. Molti gli attentati contro i cristiani. Alcuni gruppi di miliziani dell’Isis si sono stanziati proprio nella zona del Sinai con attacchi che hanno lo scopo di  rovesciare il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi. Dopo la deposizione dell’ex-presidente islamista Mohammed Morsi nel 2013, gli islamisti hanno assassinato centinaia di soldati e forze di polizia. 

Papa Francesco nel suo viaggio in Egitto ad Aprile in Egitto aveva più volte ripetuto che “solo la pace è santa e nessuna violenza è in nome di Dio”.