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Il Papa alla gente di Puerto Maldonado: questa non è una terra orfana, ha una Madre

Papa Francesco con la popolazione di Puerto Maldonado  |  | ACI Group/ Vatican Media
Papa Francesco con la popolazione di Puerto Maldonado | | ACI Group/ Vatican Media
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Papa Francesco con la popolazione di Puerto Maldonado | | ACI Group/ Vatican Media

Una Chiesa i cui tutti i popoli trovano spazio. E’ l’immagine che il Papa evoca nell’incontro nella grande spianata davanti all’Instituto de Educación Superior Tecnológico Público Jorge Basadre è un istituto tecnico-professionale fondato nel 1980 con la popolazione di Puerto Maldonado, non solo originari.

Voi- dice il Papa-  avete in Maria non solo un testimone a cui guardare, ma una Madre, e dove c’è una madre non c’è quel terribile male di sentire che non apparteniamo a nessuno, quel sentimento che nasce quando comincia a scomparire la certezza di appartenere a una famiglia, a un popolo, a una terra, al nostro Dio. Cari fratelli, la prima cosa che mi piacerebbe trasmettervi – e voglio farlo con forza – è: questa non è una terra orfana, è la terra della Madre! E se c’è una madre ci sono figli, c’è famiglia, c’è comunità. E dove c’è madre, famiglia e comunità, non potranno sparire i problemi, ma sicuramente si trova la forza per affrontarli in modo diverso”. Il grido del Papa è ancora una volta perché nessuno si senta solo: “Questa non è una terra orfana! Ha una Madre! Questa buona notizia si va trasmettendo di generazione in generazione, grazie allo sforzo di tanti che condividono questo dono di sapere che siamo figli di Dio, e ci aiuta a riconoscere l’altro come fratello”.

Parla della cultura dello scarto “sembrerebbe che il consumismo alienante di alcuni non riesca a percepire la dimensione della sofferenza soffocante di altri. E’ una cultura anonima, senza legami, senza volti. Una cultura senza madre, che non vuole altro che consumare. La terra viene trattata secondo questa logica. Le foreste, i fiumi e i torrenti vengono usati, utilizzati fino all’ultima risorsa e poi lasciati inutilizzati e inservibili”.

Ecco il pericolo da combattere: la “tratta di persone”, la schiavitù. “Fa male constatare come in questa terra, che sta sotto la protezione della Madre di Dio, tante donne sono così svalutate, disprezzate ed esposte a violenze senza fine. Non si può “normalizzare” la violenza verso le donne, sostenendo una cultura maschilista che non accetta il ruolo di protagonista della donna nelle nostre comunità. Non ci è lecito guardare dall’altra parte e lasciare che tante donne, specialmente adolescenti, siano “calpestate” nella loro dignità”.

Il Papa parla di coloro che sono arrivati in Amazzonia cercando un tetto, una terra e un lavoro, ma attenzione perché i “falsi dei, gli idoli dell’avarizia, del denaro, del potere, corrompono tutto. Corrompono la persona e le istituzioni, e distruggono anche la foresta”.

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Un demone da scacciare con le preghiera come faceva Gesù: “Dalla preghiera sincera e dall’incontro pieno di speranza con Cristo potremo ottenere la conversione che ci faccia scoprire la vita vera. Gesù ci ha promesso vita vera, vita autentica, eterna. Non fittizia, come le false promesse che abbagliano e che, promettendo vita, ci portano alla morte”.

Il saluto del Papa è un saluto di speranza: “Amate questa terra, sentitela vostra. Odoratela, ascoltatela, meravigliatevi di essa. Innamoratevi di questa terra Madre de Dios, impegnatevi per essa e custoditela. Non usatela come un mero oggetto che si può scartare, ma come un vero tesoro da godere, da far crescere e da trasmettere ai vostri figli”.