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Il primo giorno del Papa in Messico ai piedi della " Morenita"

La cattedrale di Città del Messico  |  | Edoardo Berdejo/ Aci Group La cattedrale di Città del Messico | | Edoardo Berdejo/ Aci Group

Inizia presto la mattina di Papa Francesco in Messico. Alle  8.45, quando in Italia saranno le  15.45, il Papa si trasferisce al Palazzo Nazionale in macchina panoramica. 14 chilometri tra la folla e poi  la grande cerimonia di benvenuto con il presidente degli Stati Uniti del Messico e la visita di cortesia con il presidente, e l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. 1.200 persone per ascoltare i due discorsi di tono ovviamente politico. Subito dopo il Papa si trasferisce alla cattedrale, a poco più di 800 metri.

La piazza conosciuta con il nome di “ Zocalo” è stata chiusa fin da ieri al pubblico per motivi di sicurezza, Ma oggi dovrebbe accogliere 80 mila persone che aspettano di vedere il Papa che farà un giro tra i presenti.

La cattedrale dell’ Assunzione, metropolitana di Città del Messico, sarà il luogo dell’incontro con i  120 vescovi del Messico. Dopo i saluti ufficiali dell’arcivescovo Rivera Carrera, e di Robles Ortega, e il discorso del Papa, il secondo in Messico e la  preghiera dell’Angelus. Foto di gruppo  e di nuovo in nunziatura per il pranzo. Alle 16.00 il Papa parte per il santuario della Madonna di Guadalupe. Il Papa si prepara per la Messa nell’antica basilica, e poi celebra nella nuova, grande basilica che può contenere 15-20 mila persone. Il pellegrinaggio alla Basilica e alla Vergine di Guadalupe è un momento spiritualmente fondamentale di questo viaggio come ha ricordato Padre Federico Lombardi ai giornalisti: “lo avete visto tutte le volte in cui il Papa è stato interrogato o ha parlato del suo affetto, della sua devozione per la Madonna di Guadalupe, per la sua consapevolezza che questa devozione significa per i messicani – non solo per i cattolici, ma per tutti i messicani e per tutti i latinoamericani e gli americani”.  Alla fine della Messa il Papa offre un diadema alla immagine e poi va a pregare in privato nel “camarin”, il luogo dove c’è conservata l’immagine della Madonna che può essere rivolta sia verso la Basilica sia anche verso l’interno. Uno spazio di tempo     tutto dedicato alla preghiera personale prima del rientro in nunziatura dove in forma privata si conclude la prima giornata messicana di Papa Francesco.

Quando Giovanni Paolo II arrivò in Messico nel 1979 fu il primo a portare l’abito talare con il seguito con il permesso del Presidente della Repubblica. Eppure José López Portillo nel suo benvenuto al Pontefice disse: "Santo Padre, qui i messicani, per un 90%, sono cattolici, ma il 100% sono guadalupani".

Tra il 1979 e il 2002 san Giovanni Paolo II è andato in Messico vi si recò cinque volte e per quattro volte visitò il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe. Dal 1531 (il Papa era Clemente VII) oltre 40 Papi hanno avuto rapporti attenti con il Messico, con la comunità che ha sempre custodito il tempio della Madonna di Guadalupe e con la chiesa locale. Benedetto XVI visitò il Messico nel 2012.

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Il rapporto tra i Papi e il Messico è strettamente legato alla presenza in queste terre della Madonna nella sua "advocación" guadalupana, apparsa all’indio Juan Diego 40 anni dopo la scoperta di Colombo e 10 dopo la conquista del Messico da parte della Spagna. La Madonna di Guadalupe si “presenta” sulla tilma di Jaun Diego  come un’india la “morenita” ha occhi e carnagione “indios”, con simboli del popolo azteca.

Il documento più importante sulla Madonna di Guadalupe è il "Nican Mopohua", scritto in nahuatl, la lingua degli aztechi, da Antonio Valeriano, indigeno colto. Questo testo sembra risalire al 1545 al massimo.

Una serie di dialoghi tra Maria e il piccolo indio. Inoltre c’è una ricca simbologia dell’immagine tra cui la mappa del cielo dell’inverno del 1531 anno delle apparizioni.

 

Il mio desiderio più intimo- ha detto Francesco ai giornalisti ieri in volo- è fermarmi davanti alla Madonna di Guadalupe, quel mistero che si studia, si studia, si studia e non ci sono spiegazioni umane. Anche lo studio più scientifico dice: “Ma questa è una cosa di Dio”. E questo è quello che fa dire ai messicani: “Io sono ateo, ma sono guadalupano”. Alcuni messicani: non tutti sono atei!”.