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Jona e la sua storia d’amore con Dio

Cattolici albanesi | Un gruppo di giovani albanesi di fronte al convento dove è stata educata Jona | J Cattolici albanesi | Un gruppo di giovani albanesi di fronte al convento dove è stata educata Jona | J

È una esperienza forte, quella che ha vissuto Jona. Una esperienza che l’ha portata a convertirsi al cristianesimo dall’Islam, la religione di tutta la famiglia che ormai però non la praticava più, e l’ha resa più forte e consapevole. Più capace di sognare, dice lei. Una esperienza che ha raccontato ai delegati del Simposio CCEE sull’accompagnamento dei giovani, che si è tenuto a Barcellona dal 28 al 31 marzo.

Jona viene dall’Albania, da un piccolo paese che è per maggioranza di religione islamica. Anche lei lo era. Ma ha fatto le scuole cattoliche, fino all’università. Perché - racconta – “le scuole cattoliche sono considerate tra le migliori, e i miei genitori volevano avessi una ottima formazione. Ma lì non ho trovato solo la formazione. Ho trovato un ambiente che mi ha riempito d’amore”. 

Un ambiente in cui lei si ritrova subito anche grazie al retaggio della nonna. “Mia nonna – dice – era musulmana, e praticava l’Islam, diceva ogni giorno le cinque preghiere. Ma il concetto di Dio era profondamente cristiano. Mi diceva di non avere paura di Dio, mi ricordava che Dio è padre… mentre la fede musulmana insegna ad avere paura di Dio, lei mi ha sempre ricordato che Dio è un padre che ti ama. Ha educato così me, mia sorella e mio fratello. E ci ha dato una grande testimonianza, con la sua vita e con le sue opere”.

Nelle scuole cattoliche, fino alle superiori, Jona fa vita comunitaria, e – pur non essendo battezzata – partecipa alla Messa e alle attività religiose. Poi, arrivano l’università, e le difficoltà, il periodo che lei chiama “di buio”.

“Ho avuto – dice – un po’ di difficoltà con gli studi, e questo era anche colpa della vita personale. Ho fatto alcuni sbagli, mi sono arrabbiata con Dio, ho smesso di pregare. E così, il buio si è fatto più profondo”.

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È così che è tornata a bussare alla porta della sua scuola, e ha scoperto che quell’amore non era mai svanito. “Siccome – dice - per tanti anni ho conosciuto la fede cattolica, anche il Vangelo, la parola di Dio, ho avuto quel periodo di distanza, Ma poi, sono andata dalle suore, ho incontrato altre persone che sono convinta sono state mandate da Dio, e ho trovato la pace spirituale. Così ho ricominciato a fare le stesse cose di prima, a frequentare la Messa”.

Tutto questo ha portato al desiderio, fortissimo, di battezzarsi, di diventare cristiana. Un percorso che la rende felice. Mantiene un rapporto rispettoso con la famiglia, islamica non praticante, e anche con gli amici, che sono felici della sua scelta, perché la vedono felice.

“Dopo il Battesimo e la Comunione, che ho avuto nello stesso giorno – dice – è tutto diverso. È stata come una nuova vita. Ho avuto la forza e il coraggio di cambiare le cose. Ho avuto anche il coraggio di sognare più forte e credere nei miei sogni, perché adesso penso che i miei sogni sono anche i sogni di Dio. E ora posso anche aiutare gli altri, a vivere la loro vita, la loro vocazione”.

Non si sente un esempio, Jona. Vive la sua vocazione verso Dio con semplicità. Se la sua storia può essere di esempio, dice, è solo perché può aiutare i giovani “a scegliere ciò che realmente vogliono vivere nella vita, senza paura. Penso che la paura non esista. È una trappola psicologica che ci creiamo. E io non ho più paura.”