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La statua di Gregorio di Narek nei Giardini vaticani benedetta da Papa Francesco

La benedizione della statua di Gregorio di Narek |  | FB don Flavio Pace
La benedizione della statua di Gregorio di Narek | | FB don Flavio Pace
La benedizione della statua di Gregorio di Narek |  | FB don Flavio Pace
La benedizione della statua di Gregorio di Narek | | FB don Flavio Pace

La statua in versione da studio era già stata regalata dal Presidente armeno al Papa durante il suo viaggio a giugno del 2016, oggi la sua gemella più grande è arrivata nei Giardini Vaticani. E’ la immagine di San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, autentico ponte tra Oriente e Occidente, simbolo dell’ecumenismo.

Un momento intenso di scambio che arriva alla fine di una mattinata di incontro e preghiera comune tra Serzh Sargsyan, Presidente della Repubblica d’Armenia, di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni e Sua Santità Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia e Papa Francesco.

Gregorio di Narek poeta, monaco, teologo, santo vissuto a cavallo tra il primo e il secondo millennio è una figura centrale della storia dell’Armenia. Papa Francesco lo ha elevato alla dignità di Dottore della Chiesa Universale il 12 aprile 2015 con apposita lettera apostolica, annunciata il giorno stesso durante la messa speciale celebrata a San Pietro alla presenza di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, di Sua Santità Aram I, Catholicos della Chiesa Armena Apostolica di Cilicia, nonché del Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici S.B. Nerses Bedros XIX.

La Chiesa cattolica lo ricorda il 27 febbraio. L'opera più nota di Gregorio di Narek è il Libro della Lamentazione, una raccolta di novantacinquenpreghiere in forma poetica, uno dei maggiori capolavori in assoluto della poesia e della mistica di tutti i tempi. Si tratta di un libro che narra un’avventura spirituale, è il racconto dell’anima di un uomo, con le sue paure, le sue aspirazioni altissime, e la vertigine di una fame di Dio. E’ una poesia altissima che ha il potere di un lamento ma capace di strappare il perdono divino. Non tanto un pianto, ma un battito per fare volare l’anima, facendola vibrare.

L’opera è di David Erevants e grazie al sostegno finanziario dell’Ambasciatore armeno presso la Santa Sede Mikayel Minasyan e di Arthur Dzhanibekyan ne è stata creata una  anche per i giardini del Catolicossato di Etchmiadzin.

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Erevants è nato a Yerevan nel 1940, nel 1974 si stabilisce a Parigi. Attualmente vive ed opera tra Parigi e Yerevan. Le sue opere sperimentali in ceramica hanno vinto diversi premi tra gli anni '60 e '70. Tra le più note produzioni scultoree di Erevantsi si annovera la statua al compositore armeno Komitas a Parigi e il monumento allo scrittore americano di origine armena William Saroyan a Yerevan.