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Missione, amore e martirio: la storia delle tre suore uccise in Burundi

Il libro di Teresina Caffi |  | Ufficio Stampa Il libro di Teresina Caffi | | Ufficio Stampa

A due anni di distanza dal loro martirio è stata ricostruita in un libro la vita delle 3 missionarie uccise in Burundi nel 2014: Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian. Papa Francesco le definì “religiose zelanti, generose testimoni del Vangelo”. “Va’, dona la vita! Storia, parole, morte di tre missionarie saveriane in Burundi” (Editrice Missionaria Italiana) è il nome di questo volume, curato da Teresina Caffi, che racconta i loro lunghi anni di missione tra America latina e Africa, il loro impegno rispettivamente come catechista, ostetrica e formatrice, e la loro fine drammatica. ACI Stampa ha intervistato la curatrice del libro, Teresina Caffi.

Perché la scelta di parlare e curare il libro che riguarda la storia di queste tre missionarie uccise?

"Quando due anni fa successe il massacro di Olga, Lucia e Bernardetta, noi saveriane ci sentimmo immediatamente circondate da un’attenzione, una compassione - direi - mondiali e a più riprese ci fu chiesto di parlare di loro, per giornali, riviste, radio e televisioni. La loro morte, la loro vita, alcune loro parole giunsero agli occhi e agli orecchi di molte persone. Quando qualcuno a quel tempo mi parlò di un possibile libro, dissi che per me quegli articoli bastavano e che ora si trattava di continuare la loro missione. Poi mi sono trovata, a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, a mettere nella biblioteca comune i libri trovati nelle loro camere. Ho scoperto tra le pagine diversi loro scritti, e, insieme ai libri, dei quaderni. Tornata in Italia, fra le loro cose sono apparsi altri scritti, altri quaderni, un diario… C’erano anche le lettere scritte a parenti, sorelle e amici. Allora ho pensato che valeva la pena di permettere loro di continuare a parlare".

Come viene raccontata la storia delle tre missionarie in questo libro?

"Partiamo dall’evento che le ha unite nella morte, oltre che nella vita: il racconto delle terribili ore che vanno dal pomeriggio del 7 alla notte dell’8 settembre 2014, con un accenno alle indagini che si sono arenate. I tre capitoli successivi raccontano Olga, Lucia e Bernardetta, o, meglio inquadrano le loro parole. Infatti il libro porta i loro nomi come autrici e si vuole un’inquadratura alle loro parole. Sono Olga, Lucia e Bernardetta che raccontano il volto interiore della loro vita missionaria. Un capitolo finale tenta una lettura di questi eventi. Il libro si apre con la Prefazione di mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, per lunghi anni vicino agli sforzi di pace in Africa centrale, nella Comunità di Sant’Egidio: pagine che evocano il difficile cammino di pace del Burundi e onorano la memoria delle tre saveriane. E la direttrice generale delle Saveriane Giordana Bertacchini esprime il significato che la morte e la vita di Olga, Lucia e Bernardetta hanno per l’intera famiglia missionaria".

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Quale può essere il messaggio per tutti, anche per i laici, che passa attraverso la storia di martirio e amore di queste tre missionarie?

Per me, avvicinare i loro testi è stato come entrare in uno spazio sacro. È stato come vedere l’interno di una realtà prima vista dall’esterno; come entrare in un tempio dopo averne solo visto la facciata. Ho scoperto una grande ricchezza di riflessione, di ricerca, di fede mantenuta anche nei momenti bui; tempi di gioia e tempi di fatica anche interiore. E un fuoco che rimane e che conduce avanti la vita, una forza che irresistibilmente le attraeva anche quando le forze erano diminuite e tanti consigliavano un’onorata fase di riposo. La bellezza di conoscere Olga, Lucia e Bernardetta è il fatto che erano persone come tanti di noi, alle prese con i limiti dell’età anziana, in una vita ormai ordinaria. La loro vita si svolgeva ormai nella quotidianità dell’accoglienza, di semplici servizi in parrocchia, di qualche visita in quartiere o in qualche ospedale. Dietro questa normalità c’era una grande ricerca spirituale. Ho pensato che per ben vivere il quotidiano che a volte sembra banale occorrono grandi idee e grandi sogni. E una grande fede.

Ad oggi a che punto sono le indagini? Stanno proseguendo? Si è trovato un colpevole di tale brutalità?

Le indagini si sono apparentemente arenate. Il giovane con problemi mentali arrestato nei giorni immediatamente dopo il massacro è apparso da subito a molti estraneo ai fatti. La magistratura italiana ha aperto e chiuso subito il fascicolo, dichiarando di non avere giurisdizione sui fatti. Ad oggi non si è fatta luce. Non si spegne in noi il desiderio che si giunga alla verità, anche per contrastare l’impunità che fa normalmente seguito a tante morti nei Paesi della Regione dei Grandi Laghi. Una verità che è accompagnata dal perdono e dalla domanda a Dio della conversione delle persone autrici dei fatti. Siamo certe che, in Dio, Olga, Lucia e Bernardetta pregano per i loro uccisori e li attendono, rinnovati dal perdono di Dio, in cielo.