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Una Chiesa sinodale secondo Papa Francesco

Il Papa pronuncia il suo discorso |  | CTV
Il Papa pronuncia il suo discorso | | CTV
Il Papa in un momento di pausa della Commemorazione dei 50 anni del Sinodo |  | CTV
Il Papa in un momento di pausa della Commemorazione dei 50 anni del Sinodo | | CTV
Il Papa parla alla celebrazione dei 50 anni del Sinodo |  | CTV
Il Papa parla alla celebrazione dei 50 anni del Sinodo | | CTV

“Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione.”

Il Papa saluta così i 50 anni di vita del Sinodo dei vescovi e aggiunge: “ il Concilio Vaticano II proclama che «la totalità dei Fedeli, avendo l'unzione che viene dal Santo (cfr. 1 Gv 2, 20 e 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il Popolo, quando "dai Vescovi fino agli ultimi Fedeli laici" mostra l'universale suo consenso in cose di fede e di morale»”  Ed ecco allora che, secondo Bergoglio, “ Il sensus fidei impedisce di separare rigidamente tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens, giacché anche il Gregge possiede un proprio "fiuto" per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa.”

Per questo, ha detto il Papa “ho auspicato che il Popolo di Dio venisse consultato nella preparazione del duplice appuntamento sinodale sulla famiglia.” Parla di “ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare” il Papa e quindi “il cammino sinodale inizia ascoltando il Popolo” e “prosegue ascoltando i Pastori”  che agiscono come “autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa, che devono saper attentamente distinguere dai flussi spesso mutevoli dell'opinione pubblica.” E “ il cammino sinodale culmina nell'ascolto del Vescovo di Roma, chiamato a pronunciarsi come «Pastore e Dottore di tutti i cristiani»”.

Il Sinodo agisce  cum Petro et sub Petro e non  “è una limitazione della libertà, ma una garanzia dell'unità” basata sulla  «ierarchica communio».” Per questo  “ Gesù ha costituito la Chiesa ponendo al suo vertice il Collegio apostolico, nel quale l'apostolo Pietro è la «roccia» (cfr. Mt 16, 18), colui che deve «confermare» i fratelli nella fede (cfr. Lc 22, 32). Ma in questa Chiesa, come in una piramide capovolta, il vertice si trova al di sotto della base. Per questo coloro che esercitano l'autorità si chiamano "ministri": perché, secondo il significato originario della parola, sono i più piccoli tra tutti.”

Sinodalità nelle Chiese particolari con gli  "organismi di comunione" della Chiesa particolare. “Soltanto nella misura in cui questi organismi rimangono connessi col "basso" e partono dalla gente, dai problemi di ogni giorno, può incominciare a prendere forma una Chiesa sinodale”. E poi  Province e Regioni Ecclesiastiche,  Concili Particolari e Conferenze Episcopali. “Dobbiamo riflettere - secondo il Papa- per realizzare ancor più, attraverso questi organismi, le istanze intermedie della collegialità, magari integrando e aggiornando alcuni aspetti dell'antico ordinamento ecclesiastico. L'auspicio del Concilio che tali organismi possano contribuire ad accrescere lo spirito della collegialità episcopale non si è ancora pienamente realizzato. In una Chiesa sinodale, come ho già affermato, «non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare "decentralizzazione"»” E qualcuno ha applaudito.

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E a livello di Chiesa universale “il Sinodo dei Vescovi, rappresentando l'episcopato cattolico, diventa espressione della collegialità episcopale all'interno di una Chiesa tutta sinodale.”

Il Papa conclude con una riflessione sulla costruzione di una “Chiesa sinodale” dove “anche l'esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce. Il Papa non sta, da solo, al di sopra della Chiesa; ma dentro di essa come Battezzato tra i Battezzati e dentro il Collegio episcopale come Vescovo tra i Vescovi, chiamato al contempo -come Successore dell'apostolo Pietro- a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell'amore tutte le Chiese”. Ed ha aggiunto: “ Mentre ribadisco la necessità e l'urgenza di pensare a «una conversione del papato», volentieri ripeto le parole del mio predecessore il Papa Giovanni Paolo II: «Quale Vescovo di Roma so bene [...] che la comunione piena e visibile di tutte le comunità, nelle quali in virtù della fedeltà di Dio abita il suo Spirito, è il desiderio ardente di Cristo. Sono convinto di avere a questo riguardo una responsabilità particolare, soprattutto nel constatare l'aspirazione ecumenica della maggior parte delle Comunità cristiane e ascoltando la domanda che mi è rivolta di trovare una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova»”. E infine “una Chiesa sinodale è come vessillo innalzato tra le nazioni (cfr. Is 11, 12) in un mondo che -pur invocando partecipazione, solidarietà e trasparenza nell'amministrazione della cosa pubblica- consegna spesso il destino di intere popolazioni nelle mani avide di ristretti gruppi di potere. Come Chiesa che "cammina insieme" agli uomini, partecipe dei travagli della storia, coltiviamo il sogno che la riscoperta della dignità inviolabile dei popoli e della funzione di servizio dell'autorità potranno aiutare anche la società civile a edificarsi nella giustizia e nella fraternità, generando un mondo più bello e più degno dell'uomo per le generazioni che verranno dopo di noi.”

Alla fine anche una foto ricordo del Papa con i bambini del coro dell' Antoniano con i quali Francesco di è fermato a dialogare qualche minuto in una saletta dell' Aula.