Con la mostra "Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità, “intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti”.

Viene presentata così la mostra che si aprirà a Palazzo della Cancelleria il prossimo 23 novembre. “In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia? La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi”, spiegano gli organizzatori.

La Mostra è frutto della colla collaborazione tra le Prefetture di Nagasaki e di Kumamoto e tra i Comuni di Nagasaki, Sasebo, Hirado, Goto, Minamishimabara, Ojika, Shinkamigoto e Amakusa, con il sostegno dell’Ana e l’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri del Giappone e del Pontificio Consiglio della Cultura.

“L'introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della religione cristiana”, spiegano gli organizzatori.