100mila dollari per le emergenze del Terremoto in Nepal, “a nome del Santo Padre”. E’ il primissimo stanziamento del Pontificio Consiglio “Cor Unum” inviato alla Chiesa locale “per il soccorso alle popolazioni” e per il “sostegno delle opere di assistenza svolte in favore degli sfollati e dei terremotati”: “vuole essere – spiegano dal Dicastero vaticano - una prima e immediata espressione concreta dei sentimenti di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento nei confronti delle persone e dei territori colpiti, che Papa Francesco ha assicurato nel corso del Regina Coeli di domenica 26 aprile”.

“Conferenze episcopali e organismi di carità cattolici – assicurano dalla Santa Sede - sono già ampiamente impegnati nell’opera di soccorso”
Secondo i dati al momento a disposizione, ma non ancora definitivi, fanno sapere da Cor Unum, “le vittime, alcune delle quali registrate anche nei Paesi limitrofi, sarebbero oltre 4.300, circa 7 milioni le persone colpite in 34 distretti dello Stato del Nepal, 1 milione i senzatetto. 2 milioni sarebbero invece i bambini bisognosi di aiuto. Diverse località risultano isolate e non sono ancora state raggiunte dai soccorsi. Il governo ha stimato, inoltre, che siano circa 400 mila gli edifici distrutti”.

A fare il punto della situazione anche i gesuiti del Nepal, attraverso il Superiore Padre Boniface Tigga, SJ. “Il sostegno orante e l’assistenza materiale dei nostri fratelli Gesuiti, della Chiesa in forma più ampia e dell’opinione pubblica, sarà di enorme aiuto per noi, poiché forniamo un aiuto a chi ne ha immediato e disperato bisogno”, per far rialzare la Nazione dall’“impatto devastante del terremoto”.

“Una grande preoccupazione ora è l’approvvigionamento di acqua e cibo”; come “diminuiscono, la sofferenza aumenta”, fa sapere p. Tigga. “Oltre a fornire assistenza medica a coloro che sono stati gravemente feriti, i team medici sono preoccupati per il possibile scoppio di malattie, soprattutto il colera, a causa dei danni al sistema di approvvigionamento idrico”.

“Una volta che le operazioni immediate di soccorso saranno completate – continua il padre gesuita- , e il primo soccorso di emergenza è previsto per i feriti più gravi, i maggiori sforzi continueranno per coloro che sono rimasti senza casa, hanno perso il bestiame e altri mezzi di sostentamento. E’ fondamentale che siano aiutate le persone che si trovano nei villaggi pesantemente colpiti, non soggetti alla ribalta dei media”.
Anche la Task Force dei padri Camilliani dell’India sta arrivando con il suo team a Katmandu. L’aereo partito da New Delhi arriverà nel pomeriggio di oggi. Il team sanitario coordinato da fratel Madhu farà base presso il Centro pastorale del vicariato apostolico e d’intesa con Caritas Nepal e Catholic Relief Service (Crs) e opererà in due villaggi, soprattutto sulle priorità di carattere sanitario (campi di soccorso medico, distribuzione di tende, assistenza medica e medicinali).