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Il Papa: "Quanto accade in Siria è disumano"

Papa Francesco  |  | Vatican Media - ACI Group Papa Francesco | | Vatican Media - ACI Group

Gesù non si presente come “un Messia potente e dominatore” ma come “umile e mite servo di Dio e degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte”. Lo ha detto il Papa, nel corso dell’Angelus della Seconda Domenica di Quaresima.

Francesco spiega il senso della Trasfigurazione, un evento che “permette così ai discepoli di affrontare la passione di Gesù in modo positivo, senza essere travolti. La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore infinito da parte di Gesù”.

Attraverso la Trasfigurazione comprendiamo meglio anche la Resurrezione. Per capirla “è necessario sapere in anticipo che Colui che soffre e che è glorificato non è solamente un uomo, ma è il Figlio di Dio, che con il suo amore fedele fino alla morte ci ha salvati. Il Padre rinnova così la sua dichiarazione messianica sul Figlio. I discepoli sono chiamati a seguire il Maestro con fiducia e speranza, nonostante la sua morte; la divinità di Gesù deve manifestarsi proprio sulla croce, proprio nel suo morire in quel modo”.

La rivelazione divina di Gesù avviene - sottolinea ancora il Papa - sul monte. E diventa quindi necessario “salire con Gesù sul monte e sostare con Lui, farsi più attenti alla voce di Dio e lasciarsi avvolgere e trasformare dallo Spirito. È l’esperienza della contemplazione e della preghiera, da vivere non per evadere dalla durezza del quotidiano, ma per godere la familiarità con Dio, per poi riprendere con rinnovato vigore il cammino faticoso della croce, che porta alla risurrezione”.

Al termine della recita dell’Angelus, il pensiero del Papa è andato “all’amata e martoriata Siria, dove la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale”. “Questo mese di febbraio - ha denunciato Francesco  è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare: fratelli e sorelle, tutto questo è disumano. Non si può combattere il male con altro male. E la guerra è male! Pertanto rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari – cibo e medicine – e siano evacuati i feriti e i malati. Preghiamo insieme Dio che questo avvenga immediatamente”.

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