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Nuove nomine alla comunicazione, mons. Viganò: “Costruiamo una grande famiglia”

Papa Francesco, Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero | Papa Francesco incontra i nuovi direttore e vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero, accompagnati da mons. Dario Edoardo Viganò | L'Osservatore Romano / ACI Group
Papa Francesco, Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero | Papa Francesco incontra i nuovi direttore e vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero, accompagnati da mons. Dario Edoardo Viganò | L'Osservatore Romano / ACI Group
Greg Burke, Paloma Garcia Ovejero, Padre Federico Lombardi | Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero, direttore e vicedirettore nominati della Sala Stampa vaticana, con padre Federico Lombardi, direttore uscente | Alexey Gotovoskyi / Gruppo ACI
Greg Burke, Paloma Garcia Ovejero, Padre Federico Lombardi | Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero, direttore e vicedirettore nominati della Sala Stampa vaticana, con padre Federico Lombardi, direttore uscente | Alexey Gotovoskyi / Gruppo ACI

Due giornalisti provenienti da esperienze diverse, ognuno con le sue peculiarità. Così Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della Comunicazione, ha presentato Greg Burke, nuovo direttore della Sala Stampa Vaticana, e la sua vice Paloma Garcia Ovejero, dopo aver ringraziato padre Federico Lombardi per i dieci anni di servizio in Sala Stampa.

Nel suo discorso, monsignor Viganò ha sottolineato che “ognuno di voi colleghi ha particolari qualità” e ha messo in luce che “le nuove nomine sono anche l’occasione di discutere eventualmente di alcuni aspetti, che saranno poi compresi a fondo”. Forse si riferisce anche a un modo nuovo di gestire la Sala Stampa vaticana, dato che ora – come ha ricordato lo stesso prefetto della Comunicazione – “è uno dei cinque dipartimenti di cui è composta la Segreteria per la Comunicazione”. E magari il nuovo vicedirettore sarà più alleggerito dagli incarichi di gestione del personale, e più portato invece alla relazione con i giornalisti.

Ci sono ancora diversi passaggi da fare, nella riforma della comunicazione vaticana. Ma le nomine di oggi, per monsignor Viganò, rappresentano anche l’occasione di ringraziare padre Federico Lombardi, che proprio l’11 luglio del 2006 veniva nominato direttore della Sala Stampa vaticana. Termina così il secondo mandato quinquennale, finendo il servizio come “portavoce del Papa” il 31 luglio, con la conferenza stampa di Papa Francesco di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù.

Il tempo di padre Lombardi in Sala Stampa – ha raccontato il prefetto della Segreteria della Comunicazione – è stato “molto lungo” ed ha “segnato dei momenti importanti nella storia della Chiesa” come “la rinuncia di Benedetto XVI o l’incontro presso l’aeroporto de La Habana tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill”.

Quale è la lezione che lascia padre Federico Lombardi ai suoi successori? Monsignor Viganò individua due aspetti. Il primo, “la visione ecclesiale delle vicende”, ovvero “una visione di Chiesa ampia,” consapevole che “le differenze non sono luoghi di inimicizia, ma luoghi di arricchimento”.

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La seconda lezione è quella che il prefetto della Comunicazione vaticana chiama “una ermeneutica spirituale della Chiesa”, perché “la Chiesa non è una parte che sceglie una posizione piuttosto che un’altra: la Chiesa è cattolica e non riconosce a nessuno il luogo dell’antagonista”.

Per il nuovo direttore e vicedirettore della Sala Stampa, questa mattina anche un incontro con Papa Francesco, privatamente, nella Domus Sanctae Marthae. Il direttore Greg Burke nota che “il contenuto dell’incontro è privato”, ma sottolinea che “il Papa ci ha detto di aver pregato per queste nomine”, cosa che lo ha riempito di gioia. Di certo, aggiunge, “la mia nomina non è stato qualcosa di inaspettato, sono stato tre anni e mezzo consigliere per la comunicazione della Segreteria di Stato, e poi sei mesi come vicedirettore della Sala Stampa Vaticana.” Ma a quanti gli chiedono quale è il suo compito, lui sottolinea che “questo è molto semplice da definire: servire il Papa”.

Emozionata Paloma Garcia Ovejero, che viene – ha voluto sottolineare monsignor Viganò – dall’esperienza di corrispondente di Cope, la radio della Conferenza Episcopale Spagnola. Si dice, quasi schernendosi sorpresa della scelta di lei come primo vicedirettore della Sala Stampa donna, ma allo stesso tempo mette in luce che la scelta di una donna è logica. “Se guardiamo al Vangelo – afferma – quelle che per prime hanno avuto l’annuncio della Resurrezione della Parola furono donne”.

Così, con la scelta di un duetto tutto laico alla guida dell’informazione istituzionale del Vaticano, il Papa – prosegue Garcia Ovejero – “è coerente con le sue parole e con la sua visione della Chiesa. Una Chiesa in uscita, una Chiesa non clericale, di cui tutti ci sentiamo parte e della quale siamo responsabili di annunciare il Vangelo, e che è la nostra missione”.

L’incontro con Papa Francesco è avvenuto sotto il quadro della Madonna che scioglie i nodi, racconta Garcia Ovejero. “Il Papa – dice – è stato gentile, ma serio e fermo. Ha detto chiaramente che fedeltà, lealtà e trasparenza sono le cose più importanti nella comunicazione”.