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Papa Francesco, accusa all’Europa che snatura il Natale

Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante una udienza generale in Aula Paolo VI | L'Osservatore Romano / ACI Group Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante una udienza generale in Aula Paolo VI | L'Osservatore Romano / ACI Group

Cosa significa il Natale? Papa Francesco fa questa domanda nell’udienza generale che fa seguito alle celebrazioni natalizie. E lancia un duro atto di accusa sullo “snaturamento del Natale”, che ha luogo specialmente in Europa. “Senza Gesù, non c’è Natale”, sottolinea con forza.

Udienza generale in Aula Paolo VI, anche a causa della pioggia che si sta abbattendo su Roma. Sullo sfondo, i vari casi in cui le festività natalizie sono state caratterizzate da decisioni “politically correct”. Succede da anni, in molte nazioni: dove decisioni politiche o simil politiche prevedono che non ci sia in luoghi pubblici nessun Presepe, nessun riferimento al significato religioso della festa.

Ovviamente, Papa Francesco non menziona nessun caso particolare, ma guarda alla situazione generale. “Ai nostri tempi – sottolinea – specialmente in Europa, assistiamo ad una specie di snaturamento del Natale: in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù”.

Ma – ammonisce il Papa – è proprio la nascita di Gesù ad essere “l’unico, vero Natale”, e “se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa”.

Senza Gesù, invece, tutto “diventa finto, e apparente”. Perché “attraverso l’annuncio della Chiesa, noi, come i pastori del Vangelo, siamo guidati a cercare la vera luce, quella di Gesù, che, fattosi uomo come noi, si mostra in maniera sorprendente”, nascendo da una donna sconosciuta, mentre il mondo non si accorge di nulla.

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“Ancora oggi – afferma Papa Francesco – assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza”, e allora “si preferisce rimanere nel buio” per “non sconvolgere le abitudini sbagliate”.

Da qui, la seconda domanda del Papa: cosa significa davvero “accogliere il dono di Dio che è Gesù?” Significa “diventare quotidianamente un dono gratuito per coloro che si incontrano per la propria strada”, come lo è stato lo stesso Gesù, ed è il motivo per cui “ci scambiamo i doni a Natale”, perché “il vero dono per noi è Gesù e come Lui vogliamo essere dono per gli altri”.

In Gesù – afferma il Papa – appare “la grazia di Dio”, e con la sua nascita “Dio ci ha aperto la via della vita nuova, fondata non sull’egoismo, ma sull’amore”.

Papa Francesco va oltre. Sottolinea che “nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio”, il quale “coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè la salvezza portata da Gesù”.

E l’amicizia di Gesù con “piccoli e disprezzati”, e questa amicizia “nutre la speranza” di “un mondo migliore” perché è proprio con i piccoli che “in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo, in cui non ci sono più le persone rifiutate, maltrattate e indigenti”.

Papa Francesco conclude chiedendo di accogliere Gesù, perché lui nasca “ancora nella vita di ciascuno di noi", e perché diventiamo dono specialmente per coloro che "non hanno mai sperimentato attenzione e tenereza", e, attraverso di noi, continua ad essere dono di salvezza per i piccoli e gli esclusi”.

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