In un contesto che mostra “scosse profonde delle radici culturali, è importante che le autorità pubbliche, e tra queste anche quelle giurisdizionali, usino lo spazio loro concesso per dare stabilità e rendere più solide le basi dell’umana convivenza mediante il recupero dei valori fondamentali”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo questa mattina il Consiglio Superiore della magistratura.

Ai giudici italiani, Papa Francesco ha ricordato come “l’espansione della criminalità, nelle sue espressioni economiche e finanziarie, e la piaga della corruzione, da cui sono affette anche le democrazie più evolute, possono trovare un argine efficace”.

“È necessario – ha detto ancora - intervenire non solo nel momento repressivo, ma anche in quello educativo, rivolto in modo particolare alle nuove generazioni, offrendo un’antropologia ed un modello di vita in grado di rispondere alle alte e profonde ispirazioni dell’animo umano. A tale scopo le istituzioni sono chiamate a recuperare una strategia di lungo respiro, orientata alla promozione della persona umana e della pacifica convivenza”.

Sebbene, ha ricordato il Papa, “i giudici siano chiamati a intervenire in presenza di una violazione della regola, è anche vero che la riaffermazione della regola non è solo un atto rivolto alla singola persona, ma supera sempre il caso individuale per interessare la comunità nel suo insieme”.

Ed “in questo senso ogni pronunciamento giudiziario varca il confine del singolo processo, per aprirsi e diventare l’occasione in cui tutta la comunità (“il popolo”, nel cui nome sono pronunciate le sentenze) si ritrova intorno a quella regola, ne riafferma il valore e in tal modo, cosa ancora più importante, si identifica in essa”.

I diritti umani, ha detto ancora Bergoglio, “costituiscono il nucleo fondamentale del riconoscimento della dignità essenziale dell’uomo”, ma “abusare di tale categoria volendo farvi rientrare pratiche e comportamenti che, invece di promuovere e garantire la dignità umana, in realtà la minacciano o addirittura la violano”.

“La giustizia non si fa in astratto, ma considerando sempre l’uomo nel suo valore reale, come essere creato a immagine di Dio e chiamato a realizzarne, qui in terra, la somiglianza”

Il Papa ha ricordato Vittorio Bachelet, vice-presidente del Consiglio Superiore della magistratura quando fu ucciso trentacinque anni fa: “La sua testimonianza di uomo, di cristiano e di giurista continui ad animare il vostro impegno al servizio della giustizia e del bene comune”.