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Salesiani in Siria, l'oratorio riaperto la domenica delle Palme

Salesiani in Siria | Una scena spettacolo dell'oratorio salesiano di Aleppo, andato in scena poco prima di Pasqua, cui hanno partecipato anche i ragazzi dell'oratorio di Aleppo | InfoANS Salesiani in Siria | Una scena spettacolo dell'oratorio salesiano di Aleppo, andato in scena poco prima di Pasqua, cui hanno partecipato anche i ragazzi dell'oratorio di Aleppo | InfoANS

Ha ripreso le attività il 25 marzo, la domenica delle Palme, dopo oltre un mese di chiusura: l’oratorio salesiano ha potuto così servire durante la Settimana Santa i 1300 bambini che quotidianamente frequentavano la struttura, fino alla drammatica e necessaria decisione della chiusura.

È stata una decisione disperata, quella che ha portato i salesiani a sospendere le attività lo scorso 21 febbraio, per salvaguardare l’incolumità di bambini e ragazzi. I bombardamenti si erano intensificati, e la zona del Ghouta Orientale viveva un conflitto che sembrava senza fine, e che solo da poco è stato risolto, sebbene la tregua sia fragile.

Alla Siria, Papa Francesco guarda con grande interesse, tanto che è stato il primo dei Paesi menzionati nella consueta panoramica internazionale dell’urbi et orbi di Pasqua.

La riapertura delle attività a Damasco è un segno di speranza in una terra martoriata.

I salesiani hanno anche un oratorio ad Aleppo, dove – dal 21 al 23 marzo – i giovani dell’oratorio hanno messo in scena un musical dal titolo “Il suo amore mi ha trasformato”, ispirato al sogno di Don Bosco del 1844 nel quale gli agnelli diventano pastori. Oltre ai giovani di Aleppo, hanno partecipato all'evento anche i giovani dell’oratorio salesiano di Damasco. Tra il pubblico, il vescovo greco melchita Jean-Clement Jeanbart, il vescovo latino George Abi Khazen e il vescovo maronita Joseph Tpbij.

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A partire dal 2011, quando è cominciato il conflitto, i missionari salesiani hanno operato in tre centri sul territorio siriano: a Kafroun, Aleppo e Damasco. In ogni centro ci sono tre sacerdoti salesiani e un diacono. I centri erano attivi già prima dello scoppio della guerra, e con il conflitto hanno allargato i loro servizi, fornendo anche supporto psicologico per traumi, abitazioni di emergenza, pasti e consulenze mediche a quanti sono in situazione di bisogno.

Dall’inizio del conflitto, circa 7,3 milioni di siriani sono stati sfollati nella nazione, e più di 4,9 milioni di rifugiati siriani sono in Turchia, Libano, Giordania ed Iraq, in campi profughi he sono ormai al di sopra del limite di sopportazione.