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Una biografia per immagini tra i libri dedicati a Benedetto XVI

La copertina del libro  |  | Edizioni San Paolo La copertina del libro | | Edizioni San Paolo

Tra i libri pubblicati in questi giorni di ricorrenze per Benedetto XVI, i suoi 90 anni di vita, ma anche l’anniversario della sua elezione al soglio pontificio, uno in particolare è dedicato alla foto. “Benedetto XVI, immagini di una vita”, edito da San Paolo. Due gli autori, Maria Giuseppina Buonanno e Luca Caruso che cura l’ufficio stampa della Fondazione Ratzinger in Vaticano.

Con lui abbiamo parlato del libro e delle sue foto.

Un libro di foto, quali sono le più eloquenti, quelle che meglio raccontano Ratzinger, e Benedetto XVI?

Le foto accompagnano e danno ritmo a tutto il racconto della vita di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: una vita lunga, che il giorno di Pasqua ha raggiunto il traguardo dei 90 anni e che ha incrociato le principali dinamiche storiche dell’ultimo secolo, vivendone da protagonista alcune in ambito ecclesiale. Penso all’ascesa del nazismo e alla seconda Guerra mondiale, al Concilio Vaticano II, alla contestazione studentesca del ’68, poi l’intero pontificato wojtyliano e quella stagione intensa della Chiesa culminata nel Giubileo del 2000…

Nel libro si possono sfogliare, come in un album dei ricordi, le fotografie del Ratzinger “privato”, ossia quelle in cui Joseph si trova nel nido gioioso degli affetti familiari, in una Baviera lontana che gli è rimasta sempre nel cuore: con i genitori Joseph e Maria, con la sorella Maria e il fratello Georg, come pure i ritratti che fissano quel suo sguardo curioso e intenso, che a volte brilla ma che più spesso si fa assorto, conscio delle fatiche del vivere ma illuminato dalla speranza che proviene dalla fede. Ci sono poi le immagini del Ratzinger “pubblico”: sacerdote, professore, arcivescovo di Monaco e cardinale, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Sommo Pontefice, Papa emerito. E si ritrovano infine quelle del Ratzinger “storico”, cioè dei momenti in cui ha davvero “fatto” la storia: il Concilio, il Conclave del 2005 e l’elezione al soglio pontificio, alcuni viaggi e incontri, come la visita al campo di concentramento di Auschwitz o quella alla Moschea Blu di Istanbul, l’annuncio della rinuncia al pontificato, l’abbraccio con il suo successore Papa Francesco.

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Da tempo sui social network ci sono molte foto che la Fondazione Ratzinger pubblica, del Papa emerito. Perché avete scelto di non usarle?

È vero, ci sono molte immagini recenti di Benedetto XVI, che trascorre le sue giornate nella preghiera e nella meditazione presso il monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano, dove ha deciso di ritirarsi. Sono immagini di vita quotidiana e di incontri che suscitano un grande affetto e spesso emozione in chi le osserva. Posso testimoniare il desiderio che molte persone nutrono di un contatto anche solo visivo con il Papa emerito, di “vedere” come sta. Papa Francesco lo ha definito il “nonno saggio in casa” e la gente si informa su di lui come se si trattasse di un parente anziano, un nonno per l’appunto! Queste immagini si riferiscono però a un periodo circoscritto della sua vita, inserendosi nel racconto più ampio di una intera esistenza al servizio di Dio e della Chiesa.

La biografia di Joseph Ratzinger è molto nota: lavorando cosa avete trovato di “nuovo”?

Io credo che, studiando la vita e il pensiero di Joseph Ratzinger, emerga con forza sempre maggiore una testimonianza di fede di straordinaria coerenza, che matura e si fa via via più limpida con il progredire della sua indagine teologica e nel susseguirsi delle diverse esperienze di vita.

Nel volume, scritto con la collega Maria Giuseppina Buonanno, raccontiamo il percorso umano, ecclesiale e spirituale di Ratzinger. Ci sono alcuni scatti inediti, risalenti soprattutto al periodo della sua giovinezza, ma anche delle testimonianze belle e assai efficaci di persone che gli sono amiche, che lo conoscono da decenni e che con lui hanno lavorato. Ad esempio padre Stephan Horn, che è stato suo allievo a Ratisbona e poi suo assistente universitario dal 1972 al 1977, e che oggi coordina lo Schülerkreis, il Circolo degli allievi di Ratzinger. Oppure padre Hermann Geissler, capoufficio della sezione dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede, dove lavora dal 1993 e che quindi ha trascorso 12 anni a fianco del cardinale Ratzinger.

A pontificato concluso, ma con ben quattro anni di pontificato emerito, cosa dice in particolare alle giovani generazioni, il novantenne Benedetto XVI?

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Quando ha incontrato i giovani, Benedetto XVI è riuscito a stabilire con loro una sintonia speciale. Le Giornate Mondiali della Gioventù, ad esempio, rimangono per lui tra i ricordi più belli del pontificato. Oggi il Papa emerito continua a testimoniare la gioia della fede e la bellezza dell’amicizia tra gli uomini e con Dio, come ha fatto per tutta la vita. È davvero un uomo delle vette e la montagna diviene una metafora di vita: è solo salendo, pur provati dalla fatica, che il panorama si spalanca man mano innanzi a noi e ci si avvicina sempre più al cielo.