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Tribunale Vaticano, lo scorso anno anche una denuncia per scomparsa

Inaugurazione Anno Giudiziario Vaticano | L'inaugurazione dell'Anno Giudiziario Vaticano, Aula Vecchia del Sinodo, 18 febbraio 2017 | L'Osservatore Romano / ACI Group Inaugurazione Anno Giudiziario Vaticano | L'inaugurazione dell'Anno Giudiziario Vaticano, Aula Vecchia del Sinodo, 18 febbraio 2017 | L'Osservatore Romano / ACI Group

C’è anche una denuncia per scomparsa tra i rapporti che la Gendarmeria Vaticana ha inviato al Tribunale dello Stato di Città del Vaticano nel corso dell’ultimo anno. Ed è forse questo il dato più eclatante del rapporto del Promotore di Giustizia Giampiero Milano. Che, in una lunga relazione nel linguaggio un po’ barocco del tribunale vaticano, tenuta nell’Aula Vecchia del Sinodo e non in Tribunale come di consueto, si limita soprattutto a spiegare le riforme, molte tra l’altro avviate già sette anni fa. Con una piccola novità: la Sezione per i reati in materia economica finanziaria, costituita da ottobre 2016 all’interno dell’ufficio del Promotore di Giustizia.

In fondo, già nella relazione dello scorso anno, il Promotore di Giustizia aveva parlato della necessità di una piccola riforma giuridica per perseguire i reati finanziari, consapevoli del fatto che l’attività di intelligence portata avanti dall’Autorità di Informazione Finanziaria non veniva seguita da un numero adeguato di processi. Lo rilevava MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard finanziari internazionali dei Paesi che accettano di sottoporsi al processo di mutua valutazione.

La Sezione per i reati in materia economico-finanziaria, spiega Milano, è stata inserita all’interno dell’Ufficio del Promotore di Giustizia, ed è stata affidata al Promotore Aggiunto Roberto Zannotti. Un dipartimento di “alta qualificazione”, cui si aggiunge il rafforzamento della “sezione di Polizia Giudiziaria” della Gendarmeria cui si sono aggiunte due nuove unità (provenienti dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri) “con ampia, apprezzata, esperienza investigativa ed operativa”.

I dati proposti sono quelli già presentati nell’ultimo rapporto annuale dell’Autorità di Informazione Finanziaria.

Ecco le cifre delle attività del tribunale. Oltre alla denuncia per scomparsa, per la sezione penale si mettono in luce quattro rapporti di reato: per una ha disposto l’archiviazione e 4 li ha trasmessi, per competenza, al Promotore di Giustizia. In 9 procedimenti, il Tribunale ha tenuto 33 udienze dibattimentali, pronunciato 5 sentenze (sono le 5 sentenze di Vatlieaks 2) e 24 ordinanze.

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Sul tema della cooperazione internazionale, il Tribunale ha ricevuto 4 richieste di rogatoria internazionale da autorità giudiziarie straniere (tutte dall’Italia), e sono state tutte evase. C’è una quinta rogatoria – in via di completamento – proveniente da un Paese dell’area extracomunicataria. In più, il promotore segnala “un provvedimento di sequestro di depositi bancari emesso dall’Ufficio del Promotore ed eseguito per via rogatoriale in un Paese non appartenente alla zona Euro”.

Il Promotore Milano ci tiene a sottolineare anche la rinnovata cooperazione con l’Italia, sia con l’Accordo Fiscale, sia in termini di rogatorie internazionale. L’ambasciatore emerito d’Italia presso la Santa Sede, Greco, al termine del suo ufficio ha voluto sottolineare pubblicamente come le richieste di rogatoria internazionale inoltrate per via diplomatica dalle autorità giudiziarie italiane a quelle vaticane abbiano avuto “puntuale, precisa, esauriente e tempestiva risposta"; segnalando altresì, con l’occasione, “la massima cooperazione reciproca", anche su richieste inviate 33 dal Vaticano all'Italia;

Il Promotore loda anche l’Accordo Fiscale con l’Italia, recentemente ratificato, che “ha lo scopo di garantire uno scambio di 28 informazioni in ambito fiscale il più ampio possibile, senza tuttavia consentire alle Parti contraenti di intraprendere una ricerca generalizzata e indiscriminata di informazioni (quella che in linguaggio corrente viene definita la ‘fishing expedition’)”

La rinnovata cooperazione internazionale è anche uno dei frutti della nuova legge penale del 2013. Si è commentato, a seguito della legge, che la Santa Sede abbia in questo modo ceduto qualcosa della sua sovranità. Ma il Promotore di Giustizia sottolinea che questo è un processo che riguarda tutti gli Stati Europei, e che non è una diminuzione di sovranità, “ma piuttosto l’emergere, anche a livello giuridico ed istituzionale, della sollecitudine della Santa Sede a partecipare in coerenza con la propria specifica missione, a tutte quelle iniziative che coinvolgono la comunità internazionale, dirette a rimuovere le ingiustizie e gli squilibri che si danno negli assetti sociali, siano esse di carattere economico, giuridico o sociale”.

In pratica, è il diritto canonico ad essere garanzia di sovranità, perché tutte le nuove norme devono essere recepite “nei limiti in cui la norma recepita non sia contraria all’ordinamento canonico”. E anche il Comitato per la Sicurezza Finanziaria, stabilito nel 2013, è di natura “canonica”, e nasce per facilitare le forme di cooperazione internazionale.

Il Promotore dedica anche qualche parola alla riforma economica di Papa Francesco, dal motu proprio Fidelis Dispensator et Prudens, fino alle successive riforme che hanno riguardato Segreteria per l’Economia, con il motu prorio “I beni temporali” del 4 luglio 2016. Con il motu proprio – spiega il promotore – “in sostanza, si è voluto tenere distinte in modo chiaro ed inequivocabile l’attività di gestione diretta del patrimonio della Santa Sede da quella di vigilanza e controllo su tale attività; al riguardo il provvedimento pontificio è esplicito nell’esprimere l’esigenza “che gli organismi di vigilanza siano separati da quelli vigilati”.

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Così, la sezione di controllo e vigilanza della Segreteria per l’Economia esercita vigilanza sull’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la struttura amministrativa della Segreteria formula linee guida, e indica “le migliori prassi in materia di appalti per l’acquisizione di beni e servizi”, mentre l’APSA “amministra il patrimonio mobiliare ed immobiliare della Santa Sede e quello degli enti che ad essa hanno affidato i propri beni” e “acquisisce beni e servizi dai fornitori esterni per se stessa, per i Dicasteri della Santa Sede e per le Istituzioni collegate, secondo le procedure e svolge altri compiti di carattere amministrativo, anche nei confronti del personale”.