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Torre del Greco celebra i 30 anni dalla morte di Michele Sasso studioso di Vincenzo Romano

E’ forse stato il più esperto biografo di Vincenzo Romano protettore dei sacerdoti napoletani, e lunedì 25 gennaio la città di Torre del Greco gli renderà omaggio.

Michele Sasso non è solo un sacerdote campano, ma soprattutto uno scrittore ed un filosofo . A trenta anni dalla morte nella Basilica di Santa Croce, situata nell’omonima piazza, in Torre del Greco, sarà celebrata una solenne Eucaristia, presieduta dal Vescovo ausiliare di Napoli, Mons. Gennaro Acampa. Una data importante non solo per ricordare un uomo che tanto si è profuso per i ragazzi e gli ultimi, ma anche per l’intera comunità cittadina che gli è grata per la sua opera di sacerdote e di studioso.

Al termine della celebrazione sarà presentata, nel rispetto delle norme anti contagio per l’emergenza sanitaria da Coronavirus, la nuova edizione del volume scritto da don Michele Sasso Vincenzo Romano. Il Vangelo della carità, a cura dei teologi Antonio Terracciano e Giuseppe Falanga (Verbum Ferens, Napoli 2021).Il libro è una “pietra miliare” negli studi condotti su San Vincenzo”, spiega il prof. Giuseppe Falanga, grande conoscitore del Santo. “L’indimenticabile don Michele rende accessibile e attraente, in queste pagine, la figura e il messaggio del “parroco santo” di Torre del Greco. Questo lavoro, col passare del tempo e con la canonizzazione avvenuta nel 2018, ha acquistato nuova attualità e incisività”.

L’evento sarà trasmesso in diretta TV su ItaliaMia (canale 274) e in streaming su Tele Torre Web & News.

Monsignor Michele Sasso, è stato la guida spirituale di Torre del Greco, letterato, filosofo e teologo. La sua vita è stata interamente dedicata allo studio e all’apostolato. Nato a Torre del Greco, a quindici anni entrò in seminario e fu ordinato sacerdote nel 1969. Conseguì la laurea in Lettere classiche, in Filosofia e in Teologia pastorale, oltre a diplomi di specializzazione in materie concernenti gli studi religiosi e la conservazione di archivi e biblioteche; fu anche prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro. La continua vicinanza al mondo dei ragazzi, soprattutto nella scuola e nell’oratorio, gli è valsa il soprannome di “prete bambino”.

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